Allora, questo Senato. Veltroni mente sapendo di mentire quando dice che al Senato è possibile un pareggio, lasciando intendere che il PD possa avere un risultato equiparabile (in seggi) a quello del Pdl. Per quanto ingolfato da B-movie e Nutella, Veltroni sa benissimo che lo scarto fra la propria coalizione e quella di Berlusconi è incolmabile, e che tutt'al più può sperare che Berlusconi si ritrovi un seggio sotto la maggioranza assoluta, che al Senato è di 158 - come il centrosinistra uscente sa più che bene.
La speranza di Veltroni, dunque, è che la somma dei seggi assegnati alla propria coalizione più quelli di Bertinotti più quelli di Casini più quelli di Storace più quelli di Boselli più quelli di chi capita siano numericamente superiori di un'unità a quelli dell'unica e sola coalizione di Berlusconi.
Poiché Veltroni è un ottimo critico cinematografico, e dispiace che perda tempo con la politica, mi sono permesso di risparmiargli una sofferenza applicando al Senato lo stesso conteggio effettuato ieri per la Camera basandomi sui risultati del 2006, tenendo ovviamente conto del differente premio di maggioranza (su scala regionale invece che nazionale). Per chi ha la memoria corta (e, ad esempio, non ricorda nemmeno che Prodi è il presidente del Partito Democratico), ricordo che nella scorsa tornata le regioni erano così ripartite:
Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna al centrosinistra;
Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Lazio, Puglia, Sicilia al centrodestra.
A questi risultati va aggiunto il seggio uninominale assegnato dalla solita Val d'Aosta, apparentatosi col centrosinistra, e i seggi selvaggi del Trentino Alto Adige, andati in larga parte al centrosinistra (sostenuto dai secessionisti crucchi della SVP) tranne due al centrodestra. All'estero il centrodestra aveva commesso il grave errore di presentarsi separato in più partiti, a fronte di un Unione che si presentava con un unico simbolo che univa trozkisti e democristiani: errore madornale se si considera che i pochissimi seggi in palio nei vari collegi sparsi per il mondo trasformavano di fatto il proporzionale in uninominale quasi secco. Il centrosinistra aveva quindi conquistato un seggio in Europa, uno in Sudamerica (l'altro era andato a Pallaro), uno in Nordamerica e uno nel surreale collegio Africa/Asia/Oceania/Antartide. Negli stessi quattro collegi elettorali, l'unico seggio conquistato dal centrodestra era andato a Forza Italia (in Europa).
Rileggendo i risultati delle scorse elezioni alla luce dell'attuale distribuzione delle coalizioni, la musica cambia parecchio. All'estero ad esempio, fermo restando il seggio del senador Pallaro, dovrebbero andare due seggi a Veltroni (Europa e Sudamerica, ma con poco scarto) e tre a Berlusconi (Europa, Nordamerica e Antartide). Nelle regioni straniere in Italia, ossia Val d'Aosta e Trentino, Veltroni dovrebbe conquistarne altri quattro contro i due di Berlusconi e gli uno ciascuno di Bertinotti e Casini. Quanto alle regioni italiane in Italia, i risultati del 2006 dicono questo:
in Piemonte vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Lombardia vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Veneto vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Friuli vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Liguria vince Berlusconi di poco (circa 4%), e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Emilia-Romagna vince Veltroni con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Toscana vince Veltroni con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Umbria vince Veltroni di poco (circa 4%), e Bertinotti supera lo sbarramento;
nelle Marche vince Veltroni di quasi nulla (1,5%), e sia Bertinotti sia Casini superano lo sbarramento;
nel Lazio vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Abruzzo vince Berlusconi di poco (circa 2%), e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Molise vince Berlusconi;
in Campania vince Berlusconi con ampio margine, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Puglia vince Berlusconi con ampio margine, e sia Bertinotti sia Casini superano lo sbarramento;
in Basilicata vince Veltroni, e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Calabria vince Berlusconi di poco (circa 5%), e Bertinotti supera lo sbarramento;
in Sicilia vince Berlusconi con ampio margine, e Casini supera lo sbarramento;
in Sardegna vince Berlusconi di poco (circa 3%), e Bertinotti supera lo sbarramento.
In definitiva, lo spostamento delle alleanze dovrebbe verosimilmente garantire il passaggio di Liguria, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sardegna dal centrosinistra al centrodestra, mentre nessuna regione dovrebbe passare dal centrodestra al centrosinistra. E' probabile, ovviamente, che la polarizzazione dello scontro porti Bertinotti a non superare lo sbarramento in alcune delle regioni indicate, aumentando così di poco il vantaggio di Veltroni ma soprattutto permettendo a Berlusconi di perdere meglio qua e là, rosicchiando qualche altro seggio minoritario. Inoltre va notato che il margine iniziale di Berlusconi su Veltroni in Lazio e Sicilia è tale da consentirgli di perdere anche l'8% di voti in favore di Storace da una parte e di Casini dall'altra senza per questo dover rinunziare al premio di maggioranza. Questo implica che gli eventuali seggi di Storace e quelli più verosimili di Casini sottrarrebbero rappresentanza alla coalizione di Veltroni, tranne che nelle Marche dove comunque la situazione è molto fluida, trattandosi della regione più equilibrata, dove vige una sostanziale parità. Bertinotti invece sottrae seggi a Veltroni in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sardegna; a Berlusconi in Emilia, Toscana, Umbria, Marche e Basilicata. Se si sforza, Casini potrebbe arrivare a superare lo sbarramento in Veneto (togliendo seggi a Veltroni), in Friuli (togliendo seggi a Veltroni), nel Lazio (togliendo seggi a Veltroni), in Abruzzo (togliendo seggi a Veltroni), in Calabria (togliendo seggi a Veltroni) e in Sardegna (togliendo seggi a Veltroni): paradossalmente, il margine iniziale di Berlusconi è tale da rendere quasi conveniente perdere qualche voto in favore del centro per sottrarre truppe al Partito Democratico.
Poiché da questo lunghissimo ragionamento non si capisce un accidente, se non che il pareggio è un'invenzione dei comunisti, per i pochi che non si sono già addormentati fornisco i risultati complessivi in seggi di tutto l'ambaradan; specificando nuovamente che si tratta del worst case scenario, ossia del minimo garantito partendo dal presupposto che Berlusconi venga votato solamente dai fedelissimi, non uno di più, e che invece Veltroni e Bertinotti ripetano i risultati gonfiati dall'entusiasmo degli elettori che negli ultimi due anni dovrebbe essersi smarrito nelle secche del malgoverno Prodi:
LUIGI PALLARO 1 senatore
PIERFERDINANDO CASINI 5 senatori
FAUSTO BERTINOTTI 31 senatori
WALTER VELTRONI 119 senatori
SILVIO BERLUSCONI 159 senatori
Insomma, se a Berlusconi va tutto storto, vince le elezioni. Se va tutto per il verso giusto, trionfa. Coraggio, non praevalebunt!
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