Io me li ricordo quelli della Fgci,
sono cresciuti guardando Happy Days.
(Nanni Moretti)
sono cresciuti guardando Happy Days.
(Nanni Moretti)
Il lunedì su queste pagine virtuali - anzi, su queste pagine immaginarie, su queste pagine inesistenti - è tradizionalmente dedicato allo sport: ossia a un'attività ripetitiva e sopravvalutata che, per quanto apparentemente entusiasmante, è priva di senso alcuno. Quindi parlerò dell'ultima manifestazione del Partito Democratico.
Accapigliarsi sui numeri è stucchevole. Averroè direbbe che si tratta un caso di doppia verità, nonostante la discrepanza fra dati ufficiali e dati ufficiosi superi di fin troppo il buon senso. Quelli erano veramente duecentocinquantamila come ha detto la questura, visto che il Circo Massimo non può essere stato ingrandito apposta, visto che se Roma fosse stata invasa da due milioni e mezzo di persone ci sarebbero state delle conseguenze se non logistiche quanto meno termodinamiche, e visto che - insomma - Veltroni quand'è stato eletto ha dichiarato di aver avuto tre milioni di voti sparsi su tutta Italia. Ora, arrotondando per difetto, vi pare che di tutti quelli che sono andati sotto casa a votare Veltroni un anno fa, due su tre hanno preso un treno un pullman una nave per arrivare a Roma e sventolare le novissime e glamorose bandierone del Pd? Ma, al contempo, quelli erano veramente due milioni e mezzo: perché Veltroni mentre parlava li ha visti, anzi deve averli contati uno a uno, e perché ognuno era convinto di essere un duemilionesimo (e mezzo) della manifestazione.
Né la cosa mi preoccupa più di tanto, da destra. Veltroni ha fatto una gaffe scivolosissima quando s'è autolegittimato vantandosi del fatto che un terzo degli Italiani è con lui. Se il mio unico e solo esame di logica è servito a qualcosa, vuol dire che due terzi degli Italiani non sono con lui; e infatti è all'opposizione. D'altronde Veltroni s'è sbilanciato fino a dire che il Partito Democratico non resterà per sempre all'opposizione (e già il fatto che abbia usato il complemento di tempo "per sempre" vuol dire che un po' teme di restarci per sempre, appunto) e che anzi già da ora lui si sente in grado di avanzare concrete proposte di governo. Ha detto: "Mi impegno sin d'ora davanti a tutti a far-" e a questo punto la saggia, forse pietosa regia de La7 ha sfumato per mandare in onda la pubblicità di un tonno in scatola.
Dalla grande manifestazione del Partito Democratico emergono due considerazioni politiche. La prima è un po' arzigogolata, ma merita attenzione. I dati di fatto dicono che il Partito Democratico alle ultime elezioni ha preso il 33,1% (che Veltroni, evidentemente poco aduso ai decimali, spaccia per 34%), a fronte del 37,8% del Popolo della Libertà. Senza contare gli alleati, per poter vantarsi di guidare il primo partito d'Italia Veltroni ha bisogno di recuperare circa il 5% a Berlusconi. Per farlo, deve sottrargli voti e portarli a sé; deve quindi blandire questi elettori o quanto meno tentare di parlare con loro cercando una piattaforma comunicativa d'intermediazione. E invece Veltroni che fa? Prima si gloria del fatto che gli elettori del Pd si alzano quand'è ancora buio, vanno a lavorare e tornano a casa che è già sera (se ne deduce che il restante 65,9% degli Italiani non fa un beato cazzo?). Poi accusa la maggioranza di razzismo, citando l'episodio esplicativo delle celebri sagome nere pitturate di bianco (se ne deduce che nottetempo Calderoli e Gasparri siano andati lì con lo spray?). Quindi ritorna al grande classico di Berlusconi dittatore mediatico, nemico dei giudici, cannibale d’Europa, cacatore di leggi delega. Dopo di che si lascia sfuggire un’allusione al riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali (se ne deduce che vuole corteggiare Ferrero invece di Casini?); e infine, il capolavoro. Attacca Maria Stella Gelmini, la donna che sta tentando di salvare l’università da studenti e professori, dicendo che è la diretta espressione di un’ampia fascia di popolazione che ha per unica scuola la tv, per unica cultura il facile protagonismo. Di là dal fatto che è una considerazione sbagliata (può essere che nel 37,8% di Berlusconi non ci sia una persona una che legga qualche libro? può essere che il mitologo della Nutella, dei B-movie e delle figurine Panini abbia improvvisamente deciso di scagliarsi contro la benemerita cultura d’intrattenimento leggero?), emerge che il leader del Partito sedicente Democratico ripesca il mito della superiorità culturale/umana/aprioristica della sinistra e rifiuta l’idea che il Popolo della Libertà, con quella riforma in programma, abbia avuto più voti di lui - qualcosa vorrà dire.
La seconda considerazione politica è lampante: Veltroni in primo piano parlava, parlava, parlava, e dietro di lui si stagliava netta, irremovibile e inevitabile la sagoma di D'Alema.
Ormai è tardi ma se avessi potuto dare un consiglio a Berlusconi su come rispondere ai giornalisti che gli chiedevano della manifestazione del Pd, gli avrei suggerito di dire: “Sono felice, è stato uno straordinario successo, a me sembravano più di cinque milioni, ora però devo lavorare.” Veltroni avrebbe apprezzato perché è la stessa identica tattica del Marchese del Grillo quando deve pagare Aronne Piperno ebanista: “Aronne mio, tu lavori bene: begli gli armadi, belle le cassettiere, begli gli intarsi. Bravo, bravo, bravo. Mo, te ne pòi annà.”
Infine concludo con una bella notizia che non ha niente a che vedere con la politica: finalmente sono dimagrito e al momento peso 79 kg (secondo la questura; peso invece cinque quintali secondo Veltroni).
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