Si pensava che la nuova sponsorizzazione del Modena, le onoranze funebri Gianni Gibellini (non sto scherzando, il nuovo sponsor del Modena sono veramente le onoranze funebri Gianni Gibellini), potesse portare una fresca ventata di ottimismo all'ambiente; invece venerdì è arrivata un'altra sconfitta, contro l'Ancona. Questo ha probabilmente trattenuto dall'innescare una nuova reazione a catena: niente sponsorizzazione del Funeral Center per il (la) Bari, che già che c'era ha perso ad Avellino rendendo nulli tutti i discorsi di novità che facevamo fino all'anno scorso; e per il Pavia, che pure continua a perdere indefesso, niente maglia griffata onoranze funebri Fratelli Malattia (non sto scherzando, a Pavia imperversano davvero le onoranze funebri dei Fratelli Malattia).
Stavolta non si scampa, devo parlare della Serie A. Sabato sera il Napoli ha vinto contro la Juventus e alè, alle ventidue e quaranta Sabato Sprint (su Rai2) è tutto incentrato sul Napoli che torna in vetta al campionato dopo ben diciassette anni. Viene taciuto che mancano altre otto partite per completare il quadro della giornata, ma poco importa: alle ventitre e quindici Guida al Campionato (su Rete4) incensa gloriosamente il Napoli che torna in vetta al campionato dopo ben diciassette anni. Al pomeriggio successivo il Napoli viene raggiunto (ma non superato) da Udinese e Catania (mancavano la Pro Patria e il Vigor Lamezia), e allora alle diciassette esatte Sabato Sprint (su Rai2) intesse magnifiche lodi del Napoli che, seppur in condominio, è tornato in vetta al campionato dopo ben diciassette anni. Viene sottovalutato che incombe l'Inter e che manca giustappunto la sua partita per completare il quadro della giornata, ma poco importa: alle diciotto e cinque Novantesimo Minuto (ancora su Rai2) trasuda napoletanità in odore alla compagine che torna in vetta al campionato dopo ben diciassette anni. Poi va a finire che l'Inter vince mille a zero in trasferta con la Roma e alle ventidue e trentacinque sia La Domenica Sportiva (su Rai2) sia Controcampo (su Rete4) fra una cosa e l'altra devono leggere la classifica (Inter 16; Napoli, Udinese e Catania 14) e riconoscere tacitamente che il Napoli non è ancora tornato in vetta al campionato dopo ben diciassette anni.
Su Roma-Inter non posso dilungarmi perché, non disponendo di abbonamento a Sky, non l'ho vista (invece ho dovuto vedere Veltroni su Rai3 durante il primo tempo e Fassino su La7 durante il secondo: forse facevo meglio ad abbonarmi a Sky). Dalle sintesi e analisi successive, abbiamo avuto la conferma che quest'anno l'Inter è particolarmente forte (a partire dalla testa, ossia la capacchiona di José Mourinho, lo Specialone), e che la Roma è particolarmente vulnerabile. Forse ha influito qualcosa sul risultato la scelta tattica di Luciano Spalletti, ossia giocare eroicamente in nove pur di schierare Aquilani con la febbre e Totti senza. Un aiutino è decisamente arrivato dal primo goal di Ibrahimoviç, dopo meno di cinque minuti, in più che sospetta posizione di fuorigioco (come notato in primo luogo da mio padre, il quale avrebbe dovuto fare il guardalinee). Per carità, l'Inter avrebbe vinto lo stesso perché ha giocato gran bene ma, senza la favorevole circostanza, il risultato sarebbe magari stato meno smisurato. Onore ulteriore a José Mourinho, lo Specialone, che prima si inventa Obinna (e Obinna segna), poi incrocia Totti in diretta televisiva e gli chiede di portargli una maglia per suo figlio.
La par condicio impone che si noti l'aiutino (-one) goduto anche dal Milan: sarò tifoso ma non sono orbo, quindi mi stupisco che Jankulovski non sia stato espulso per il pregevole colpo di karate effettuato nel corso del primo tempo. Dopo di che, su tiro dello stesso Jankulovski, è stato espulso Lucchini (secondo giallo) per aver acchiappato la palla col polso mentre tentava di scansarsi: vabbe' il rigore, ma la superiorità numerica mi è parsa eccessiva. Idem come sopra: il Milan avrebbe vinto lo stesso ma, senza la favorevole circostanza, il risultato sarebbe stato meno carnevalesco. Menzion d'onore per Ronaldinho, al quale evidentemente fa bene andare non in Brasile da Dunga ma da Gerry Scotti per Paperissima.
Su Damiano Cunego che vince per la terza volta il Giro di Lombardia, eguagliando così Girardengo e Bartali (mentre Binda ne ha vinti quattro, Coppi cinque, ma c'è tempo) ci sarebbero varie cose da dire, alcune delle quali intraducibili per iscritto come ad esempio le urla belluine nelle quali mi sono prodotto sabato pomeriggio nel momento in cui tagliava il traguardo facendo tre con la manina. Più delle altre volte mi è piaciuta la sua convinzione e la consapevolezza di essere superiore al resto del gruppo, dal primo all'ultimo chilometro. Onore al campione del mondo, Alessandro "Chi?" Ballan, il quale si è ricordato di venir pagato dalla Lampre per aiutare Cunego, e sembra un uomo più che decente e consapevole che si debba aiutare anche nel poco chi ti ha già aiutato nel molto.
Stupisce infine la somiglianza fra Lewis Hamilton e Barack Hussein Obama. Sono giovani, affascinanti, simpatici come un sondino anale e lì lì per per trionfare immeritatamente. Fra il 2 e il 4 novembre può darsi che perdano tutto.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.