Avrete letto sicuramente qua e là della querelle sul Festival Filosofia di Modena, culminata nella protesta di quaranta professori di tutta Europa, a seguito del mancato rinnovo del contratto alla prof. Michelina Borsari, direttrice scientifica della Fondazione San Carlo, l'ente che organizza il Festival. I giornalisti, con un po' di fantasia, hanno definito questa protesta "la rivolta dei filosofi".
La stampa non ne parla, ma l'affaire-Borsari porta con sé un effetto meno spettacolare ma estremamente preoccupante. Il Festival è strettamente collegato alla Scuola di Alti Studi, un ente che dal 1995 mette a disposizione borse di dottorato per studenti italiani e stranieri specializzati in scienze umane e scienze della religione. Il mancato rinnovo del contratto alla direttrice Borsari in dicembre, e la sua sostituzione col prof. Carlo Altini ai primi di gennaio, ha portato alle immediate dimissioni del prestigioso Comitato Scientifico della Scuola, composto dai proff. Remo Bodei, Tullio Gregory, Giovanni Filoramo, Francisco Jarauta, Maurice Olender e Wolfgang Schluchter e in carica dal 2002.
Il consiglio d’amministrazione della Fondazione San Carlo, presieduto da Roberto Franchini, è parso sottovalutare enormemente le conseguenze del suo gesto, nonostante la "rivolta dei filosofi" e nonostante un appello di cinquanta ex allievi della Scuola (quorum ego), oggi ricercatori o affermati professionisti in tutta Europa, che avevano subito espresso il loro sostegno alla direttrice Borsari.
Al momento il sindaco di Modena, Giorgio Pighi (Pd), ha proposto una soluzione di compromesso: sottrarre l’organizzazione del Festival Filosofia alla Fondazione San Carlo, e quindi a Roberto Franchini, affidandola a una costituenda Fondazione diretta dalla stessa Michelina Borsari.
Resta tuttavia insoluta la questione riguardante la Scuola di Alti Studi. A quanto pare, la situazione della Scuola per l’anno accademico 2008-2009 oggi è la seguente:
- dei sei corsi organizzati dalla direttrice Borsari (tenuti dai proff. Schluchter, Bodei, Berti, Hoffmann, Nancy e Barbaras) ne sono al momento confermati solamente due (Hoffmann e Barbaras), né si ha idea di chi possa sostituire gli altri quattro professori che hanno rinunciato;
- l’inizio dei sei ipotetici corsi, che devono comunque tenersi entro l’estate, è stato posticipato a fine aprile;
- la discussione delle tesi di dottorato prevista per la fine di marzo è stata rinviata a data da destinarsi, né al momento si può intuire la composizione di una qualsiasi commissione d’esame;
- le cotutele o partnership con università estere sono ferme al punto in cui erano state lasciate nell’ultimo giorno di lavoro della direttrice Borsari;
- i nuovi allievi ammessi al dottorato hanno scelto la Scuola di Modena per poter collaborare coi membri del Comitato Scientifico, ancora in carica a dicembre, al momento corrono il rischio concreto di non poter collaborare con nessuno dei professori dimissionari, né hanno idea di quali professori potranno sostituirli, vista l’ostilità esplicitamente espressa nei confronti della nuova gestione della Scuola da decine di rinomati professori italiani ed europei (fra i quali Marc Augé Irving Lavin, Christof Wulf); un allievo su cinque ha già rinunciato alla propria borsa.
È dunque evidente che la nuova gestione della Scuola Alti Studi, in meno di due mesi, ha permesso che la situazione non restasse immobile ma anzi regredisse visibilmente. Ieri il Consiglio d'Amministrazione della Fondazione San Carlo ha emesso un comunicato stampa, forse dai toni un po' sopra le righe, in cui risponde genericamente alle lettere individuali di dimissioni dei sei professori del Comitato Scientifico. Fatto sta che al momento il presidente Franchini, che pure ha invitato il Comitato Scientifico a ritirare le dimissioni, non lo ha ancora ufficialmente convocato a Modena, nonostante l’urgenza della situazione e le estreme difficoltà in cui versala Scuola di dottorato.
Da ex allievo, non posso che sentirmi amareggiato e pessimista per il destino della Scuola di Alti Studi, uno dei migliori (e più trasparenti) dottorati in scienze umane. Questo, almeno, fino a ieri. E domani? Se la "rivolta dei filosofi", intesi come grandi professori, non avrà riscontro nelle decisioni del Consiglio d'Amministrazione, la conseguenza sarà una lenta, progressiva, inevitabile "distruzione dei filosofi", intesi come giovani ricercatori.
La stampa non ne parla, ma l'affaire-Borsari porta con sé un effetto meno spettacolare ma estremamente preoccupante. Il Festival è strettamente collegato alla Scuola di Alti Studi, un ente che dal 1995 mette a disposizione borse di dottorato per studenti italiani e stranieri specializzati in scienze umane e scienze della religione. Il mancato rinnovo del contratto alla direttrice Borsari in dicembre, e la sua sostituzione col prof. Carlo Altini ai primi di gennaio, ha portato alle immediate dimissioni del prestigioso Comitato Scientifico della Scuola, composto dai proff. Remo Bodei, Tullio Gregory, Giovanni Filoramo, Francisco Jarauta, Maurice Olender e Wolfgang Schluchter e in carica dal 2002.
Il consiglio d’amministrazione della Fondazione San Carlo, presieduto da Roberto Franchini, è parso sottovalutare enormemente le conseguenze del suo gesto, nonostante la "rivolta dei filosofi" e nonostante un appello di cinquanta ex allievi della Scuola (quorum ego), oggi ricercatori o affermati professionisti in tutta Europa, che avevano subito espresso il loro sostegno alla direttrice Borsari.
Al momento il sindaco di Modena, Giorgio Pighi (Pd), ha proposto una soluzione di compromesso: sottrarre l’organizzazione del Festival Filosofia alla Fondazione San Carlo, e quindi a Roberto Franchini, affidandola a una costituenda Fondazione diretta dalla stessa Michelina Borsari.
Resta tuttavia insoluta la questione riguardante la Scuola di Alti Studi. A quanto pare, la situazione della Scuola per l’anno accademico 2008-2009 oggi è la seguente:
- dei sei corsi organizzati dalla direttrice Borsari (tenuti dai proff. Schluchter, Bodei, Berti, Hoffmann, Nancy e Barbaras) ne sono al momento confermati solamente due (Hoffmann e Barbaras), né si ha idea di chi possa sostituire gli altri quattro professori che hanno rinunciato;
- l’inizio dei sei ipotetici corsi, che devono comunque tenersi entro l’estate, è stato posticipato a fine aprile;
- la discussione delle tesi di dottorato prevista per la fine di marzo è stata rinviata a data da destinarsi, né al momento si può intuire la composizione di una qualsiasi commissione d’esame;
- le cotutele o partnership con università estere sono ferme al punto in cui erano state lasciate nell’ultimo giorno di lavoro della direttrice Borsari;
- i nuovi allievi ammessi al dottorato hanno scelto la Scuola di Modena per poter collaborare coi membri del Comitato Scientifico, ancora in carica a dicembre, al momento corrono il rischio concreto di non poter collaborare con nessuno dei professori dimissionari, né hanno idea di quali professori potranno sostituirli, vista l’ostilità esplicitamente espressa nei confronti della nuova gestione della Scuola da decine di rinomati professori italiani ed europei (fra i quali Marc Augé Irving Lavin, Christof Wulf); un allievo su cinque ha già rinunciato alla propria borsa.
È dunque evidente che la nuova gestione della Scuola Alti Studi, in meno di due mesi, ha permesso che la situazione non restasse immobile ma anzi regredisse visibilmente. Ieri il Consiglio d'Amministrazione della Fondazione San Carlo ha emesso un comunicato stampa, forse dai toni un po' sopra le righe, in cui risponde genericamente alle lettere individuali di dimissioni dei sei professori del Comitato Scientifico. Fatto sta che al momento il presidente Franchini, che pure ha invitato il Comitato Scientifico a ritirare le dimissioni, non lo ha ancora ufficialmente convocato a Modena, nonostante l’urgenza della situazione e le estreme difficoltà in cui versa
Da ex allievo, non posso che sentirmi amareggiato e pessimista per il destino della Scuola di Alti Studi, uno dei migliori (e più trasparenti) dottorati in scienze umane. Questo, almeno, fino a ieri. E domani? Se la "rivolta dei filosofi", intesi come grandi professori, non avrà riscontro nelle decisioni del Consiglio d'Amministrazione, la conseguenza sarà una lenta, progressiva, inevitabile "distruzione dei filosofi", intesi come giovani ricercatori.
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