Non avendo mai giocato al Superenalotto - né a lotterie similari, preferendo accumulare i sei euri risparmiati settimanalmente fino a conseguire la mirabile vincita di circa trecento euri all'anno - il mio interesse nei confronti del jackpot crescente è stato inversamente proporzionale al suo ammontare, in singolare contrasto con l'isterismo che aveva preso i vari mezzi di comunicazione e in particolare il Tg1, che ogni giorno forniva la diretta dell'estrazione che in fin dei conti poteva interessare al massimo una persona, il futuro vincitore. Ciò nondimeno mi permetto due considerazioni riguardo al trambusto d'azzardo:
1) Siamo sicuri che il vincitore, provvisoriamente noto quale "Culone di Bagnone", sia alla fine più felice di, che so, Rubens Barrichello? Culone dovrà nascondersi e non potrà nemmeno vantarsene con gli amici, i quali in circostanze del genere corrono il rischio di diventare molto poco amici. I parenti, al contrario, in circostanze simili tendono a diventare troppo parenti. E poi, che se ne fa uno di 148 milioni di euri? Con centomila euri l'anno si vive benone, quindi diciamo che ci sono almeno centoquaranta milioni superflui. Che fa, si compra Cristiano Ronaldo e Kakà?
2) Il vincitore, anzi la vincitrice morale del Superenalotto è stata Isabella Schiavone, inviata del Tg1 nel posto dove danno i numeri. Occhi sbarrati, parlantina parossistica e vaga somiglianza con la propria possibile parodia fatta da Anna Marchesini, la Schiavone ha lasciato sul campo una notevole quantità di anni di vita. Sembrava quasi che l'estrazione la riguardasse direttamente. Più progredivano le sestine infruttuose, più lei si diffondeva in dettagli sul fatto che l'estrazione non fosse opera di mano umana - è stata via via una cosa sovrumana, inumana, disumana. Sensazionale vedere come si affannasse a dare informazioni inutili sul numero di schedine giocate, sul numero di settimane da cui non si faceva il cinque più uno, sul numero di numeri necessari a enumerare i sei numeri vincenti - salvo poi interrompersi per esclamare "47!", "53!", "1!" via via che la pallina sortiva dal vortice non azionato da mano umana. Sembrava di star giocando a tombola con una zia un po' rincoglionita. L'ultima sera, ormai allo stremo, s'è lasciata sfuggire che il montepremi era salito a "148 quasi milioni": come un signor Bonaventura tirchio, che alla fin della tenzone / dona a tutti un quasi milione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.