Nomina sunt consequentia rerum ragion per cui io ci penserei non due ma trecento volte prima di cambiare, come sembra, il nome alla Serie B. Si vuole invece assecondare la diffusa tendenza all'eliminazione del concetto subalterno di serie cadetta - questo accade ovunque: in Inghilterra la prima serie si chiama "Premier league" e la seconda "Championship", ossia "campionato" puro e semplice, forse a sottintendere che le altre serie sono faccende diverse.
Elio (e le Storie Tese) in tempi non sospetti metteva tale intrinseca gerarchia in chiaro cantando che "la Serie A si basa sul concetto di campione che gioca in Serie A" mentre "la Serie B si basa sul concetto di piede a banana, la squadra retrocede e il mister silurato si ritira e fa una fine tipo Agroppi".
Convengo che un nome del genere sia troppo lungo - da "conetto" ad "Agroppi" vanno via trentacinque sillabe, a occhio. Il calcio moderno vuole brand fulminei il cui nome, possibilmente in ostrogoto, resti infisso nell'orecchio, nell'occhio e in ogni altro organo senziente del fruitore. (Io, da parte mia, quando sento definire "fruitore" la persona che segue o dovrebbe seguire il calcio vengo colto dal desiderio di tirare pedate ad alzo zero; e considerate che di questa stagione indosso anfibi che pesano più di me). Per rinominare la Serie B l'unica soluzione ragionevole al momento sarebbe qualcosa come Banana football league, come suggeriva ieri un amico. Tanto più che i geniacci dell'ex Serie C hanno rovinato la festa ribattezzando la propria serie "Lega Pro", che non significa un accidente, dividendola in "prima divisione" e "seconda divisione". Ragioniamo: se la A, che è la prima serie, resta Serie A e C1 e C2, che sono la terza e la quarta serie, diventano "prima" e "seconda divisione", la B che è la seconda serie cosa dovrebbe essere? "Quasi divisione"? "Mezza divisione"?
Poi quando fra cinque anni i campionati italiani si chiameranno tutti con nomi spastici voglio vedervi a spiegare a vostro figlio il meccanismo ascendente e soprattutto discendente di promozioni e retrocessioni, che l'ordine alfabetico (A, B, C1, C2, D, Eccellenza) rendeva tanto trasparente che perfino Elio (sempre con le Storie Tese) diciassette anni fa poteva cantare: "Da Serie A - a Serie B - a Serie C1 - a Serie C2 - a Serie C3, che non c'è - a Serie piede a banana - a Serie subbuteo - a Serie l'importante è partecipare - a Saint Tropez".
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