Con notevole tempismo la scrittrice Marian Keyes - autore di opere immortali quali Nemiche del cuore, Sushi per principianti e Amare Mister Bastardo - ha scosso i lettori del Guardian e del suo blog rivelando di soffrire di un'acuta forma di depressione esattamente il giorno successivo alla mia frattura. Presumo che le due cose non siano correlate, se non per due dettagli. Il primo è che Marian Keyes a seguito della sua depressione passa le giornate esattamente come le passo io, ossia chiusa in casa tutto il giorno; solo che lei non riesce a leggere, non riesce a scrivere, non riesce a fare altro se non (mi pare) mangiare Nutella a ogni pie' sospinto - questo non l'ha detto esplicitamente ma basta guardare la sua foto. Il secondo dettaglio è che Marian Keyes, trovandosi nella necessità di fare un esempio pratico per spiegare come si sente, ha illustrato che "la depressione è una malattia e a differenza di, diciamo, una gamba rotta non si sa quando passerà". Ora, io che saltellando sulla gamba sinistra riesco a leggere, scrivere, cucinare, andare in ufficio e perfino litigare con la gente mi impegno a far guarire Marian Keyes esattamente nello stesso momento in cui guarisco io. Appena mi rimetto, appena mi restituiscono la seconda gamba, chiedo all'ospedale di tenere le stampelle e le uso come metodo di cura estrema sul corpo mortale di Marian Keyes, finché non guarisce dalla sua malattia immaginaria (o, se volessi usarle più a lungo, finché non dimagrisce).
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