domenica 14 febbraio 2010

Penso che un sogno così non ritorni mai più

Sono a Parigi e sto spendendo un sacco di soldi al telefono per spostare da Foggia a Pavia la presentazione di un libro. Dopo la chiamata, senza aver risolto gran che, passeggio sul Boulevard Saint Germain e cosa ti vedo? Il Duomo di Trento. Decido di entrare per controllare se è domenica e se stanno celebrando una Messa. La stanno celebrando. Prendo posto di fianco al direttore della mia scuola elementare il quale mi spiega che è la messa per la comunità dei gravinesi. Arriva il momento della liturgia eucaristica e il celebrante, vicario vescovile, chiede se c'è qualche prete in sala per aiutarlo con la transustanziazione; tutti gli altri fedeli sono invitati a lasciare temporaneamente la chiesa, verranno richiamati quando sarà il momento. Io sono distratto e resto lì seduto. Il vicario mi rimprovera perché non l'ho raggiunto all'altare per distribuire la comunione. Io gli rispondo che indubbiamente sono un prete ma mi sento indegno del ruolo; al che lui conciliante mi propone di essere quello che durante l'eucaristia regge il cero battesimale. Per fortuna mentre richiama i fedeli riesco a poggiare il cero sull'ambone e a svicolare verso la sacrestia, dove stanno trasmettendo un film in cui Enrico Montesano è un parlamentare dell'Italia Dei Valori. Decido di raggiungerlo mentre sta trascinando una borsa piena di documenti compromettenti; ovviamente mi scaccia in malo modo. Per riuscire meglio nel mio intento mi travesto da Benito Mussolini e con voce cavernosa intimo a Montesano di aspettarmi. Lo fa e con lui si ferma il gruppetto che lo accompagna, composto da altri onorevoli quali Manuela Palermi, Sabrina Ferilli e una professoressa di sociologia di cui non ricordo il nome ma che somiglia molto a una mia amica relativamente bruttina. Montesano mi dà da trascinare una borsa uguale alla sua, con dentro altri documenti compromettenti e fa una battutaccia nei confronti della Palermi, dicendole che lei è stata un avversario ostico per me (Mussolini) sin dai tempi della sua (di Mussolini) giovinezza. Poi ci mettiamo a fare i fessacchiotti dicendo che sicuramente avrei preferito avere come avversaria ostica la Ferilli, che accetta di buon grado l'apprezzamento ma ciò nondimeno sèguita a camminare qualche metro davanti a noi. Io e Montesano non possiamo far altro che raggiungere l'amica bruttina e rivelarle che vabbe', noi riempiamo di complimenti la Ferilli per onore di firma ma in fin dei conti riteniamo testualmente che sia più fregna lei. Dopo di che chiamo Montesano in disparte e gli chiedo:
"Ma tu sai mica come s'intitola questo film?"
"Boh".

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