Io non ho niente contro Nick Hornby ma per la seconda volta prendo il suo Juliet, Naked e mi vedo costretto ad abbandonarlo prima ancora di aprirlo. La prima era stato, ragionevolmente, per garantire una degna celebrazione al compleanno di James Joyce. Ora è perché mi è risalita all'improvviso la fobia di leggere libri in inglese, non perché non si capiscano ma perché la lettura è l'ultimo angolo della mia vita di cui sono rimasto padrone e almeno quando leggo in Italiano posso fingere di non essere qui. Leggendo in inglese il giochetto non è possibile e di conseguenza non mi sento più padrone di nulla, con buona pace di Hornby e dell'altro paio di libri anglofoni in lista d'attesa (peccato, sterline sprecate). Lo stesso vale per gli altri aspetti della vita culturale: non guardo la tv britannica, non vado al cinema a guardare film inglesi e men che meno vado al teatro. Non amo sentire sconosciuti che mi ricordano in inglese che sono in Inghilterra. In queste circostanze l'unica libertà possibile è la reclusione volontaria con una forma estrema di resistenza passiva: leggere in italiano, scrivere in italiano, guardare per quel che posso la tv in italiano e pensare in italiano che ogni mattina in cui mi sveglio qui non posso fare a meno di farmi un po' schifo.
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