L'idée reçue su Nichi Vendola si articola in tre considerazioni: è comunista; è omosessuale; scrive poesie. Essere comunisti oggi è demodé come essere monarchici, giacobini o sanfedisti; quindi non votare un candidato alle prossime elezioni perché è comunista non ha molto senso. Tutt'al più non lo si sarebbe dovuto votare alle elezioni del 1985 o del 1946. Non votarlo perché omosessuale ha senso come, che so, votare Formigoni perché vergine. Come mi lascia indifferente la vita privata di Berlusconi, mi lascia indifferente quella di Vendola (d'altronde, se vogliamo dirla tutta, non mi fidanzerei con nessuno dei due). Tutt'al più si può osteggiarlo qualora patrocinasse una politica favorevole alla diffusione della cultura omosessuale, ma in tal caso le convinzioni dell'individuo vengono mediate da quelle di tutta la classe politica e dal buon senso della collettività. Infine cos'altro? Scrive poesie. Ecco, uno che scrive poesie non lo voterò giammai.
Della campagna elettorale per la Regione Puglia arriva a Oxford, non so perché, solo un'eco attutita. Mi è giunta notizia che ieri sera Nichi Vendola ha partecipato a un appuntamento politico ma non elettorale in senso stretto. A un anno dalla morte di Fabio Perinei, per tre lontane legislature deputato per il PCI-PDS, la città di Altamura lo ha ricordato pubblicando un volume memoriale curato dalla famiglia e dai tanti amici. Alla presentazione del volume, ieri sera appunto, Vendola s'è presentato in persona, non ha mandato un bigliettino o un sottoposto; a quanto mi riferiscono ha parlato bene, non ha fatto un discorso precotto; ha concluso con la voce rotta dal pianto, ma senza fingere perché ricordava suo padre morto anche lui un anno fa. Di là dalle tre articolazioni consuete dell'idée reçue, ieri Nichi Vendola ha dimostrato di essere una persona attenta e sensibile e per fortuna questa è una considerazione che scavalca la politica. Il ne faut pourtant pas le voter.
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