lunedì 12 aprile 2010
Come fai, fra’ Jacopone? Noi abbiamo i nostri problemi a trovare Gesù nelle chiese d’Italia, sommerso com’è da manifesti dell’azione cattolica, copie di Famiglia Cristiana e generico timore di avere una religione vera; tu riuscivi a incontrarlo perfino nel cesso o, come diceva l’eufemistico cronista dell’epoca, “nelo necessario”. Stando alla cronaca pare che tu fossi tentato di mangiare una coratella e, onde persistere nel digiuno, te la fossi sistemata in camera così da poter annusarla e tormentarti senza mai azzannarla (contento tu). Passa un giorno, ne passa un altro, e in quell’epoca priva di frigoriferi il puzzo della coratella si diffonde insopportabile in tutto il convento; al che i tuoi confratelli esasperati (fa fede il cinquantunesimo capitolo della tua Vita) “lu portarono nelo necesario e miselo dentro en quella puza dicendo: poiché te sa cussì bona la puza toglitene e saziatene mo quanto tu voli. La quale cosa fra Jacopone ricevette con tanta alegrezza come uno goloso affamato fose stato posto ad una mensa piena di soavissimi cibi. Et cantando fra Jacopone en questo giubilu en quello luoco cussì fetente et ecote quelo consolatore vero delli aflicti et esconsulati Jesu Cristo beneditu che gli apparve en quello luoco”. Fu perché “nelo necessario” non avevate copie di Famiglia Cristiana?
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