mercoledì 7 luglio 2010
Franco Arminio, per capire Vento forte tra Lacedonia e Candela (esercizi di paesologia) bisogna leggerlo al tavolo di un pub su Euston Road, nel centro più confuso di Londra, assaliti a sinistra dalla radio a tutto volume più cento schermi accesi e a destra dal traffico su quattro corsie di macchine a migliaia. Che piacere allora, che gaudio, che sollievo sgranare un rosario di paesi – Bisaccia, Aquilonia, Fontanarosa, Prata di Principato Ultra – e immaginare posti in cui la gente non lavora perché si sopravvive lo stesso, non corre perché non c’è nessun posto dove precipitarsi, sta in silenzio perché non c’è niente da dire. Viene voglia di prendere Londra, dividerla in gruppi di cento persone e zittirla distribuendola nei paesi dell’Irpinia, tutti uguali e tutti silenziosi. Poi leggo: “Il silenzio dei piccoli paesi è un grande nutrimento per il visitatore occasionale, è un ronzio fastidioso per chi lo abita ogni giorno”. Allora non c’è speranza.
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