lunedì 6 giugno 2011

Dunque, dove eravamo rimasti? Diciamo che nell'ultimo mese o mese e mezzo è emerso che avessi bisogno di riposo e, per far sì che detto riposo non risultasse eterno, era assolutamente necessario che rallentassi i ritmi, evitassi di fare mille cose con un numero di mani decisamente inferiore a quello della dea Kalì, rinunziassi al dovere di leggere e scrivere un tot al giorno e pensassi invece a godermi Oxford come fanno tutti coloro che hanno la fortuna di vivere qui. Io sono timido ragion per cui non ho ardito indagare se godermi Oxford comportasse andare su e giù per la principale strada del centro dando risolute craniate contro il palmo della mia stessa mano destra, come suole un giovanotto ben noto ai locali passanti il quale arricchisce la scena inveendo coloritamente (in Inglese forbito) contro sé stesso e il giorno in cui s'è trasferito a studiare qui senza più poterne scappare. Mi sono invece limitato, settimana dopo settimana, a dormire quando ci riuscivo, a mangiare senza esagerare soprattutto di sera, a bere ma soltanto analcolici poiché alla prima birra mi veniva spontaneo prendere a pugni oggetti inermi o meno, e a fare lunghe passeggiate campestri onde guardare le mucche inglesi, i cagnolini sguinzagliati che annusavano le mucche inglesi, le anatre che dalle acque si libravano in volo sui cagnolini sguinzagliati che annusavano le mucche inglesi, e intere squadre femminili di canottaggio (otto con) che solcavano ansimando le medesime acque dalle quali le anatre si libravano in volo sui cagnolini sguinzagliati che annusavano le mucche inglesi le quali giorno dopo giorno a loro volta mi guardavano passare sempre sullo stesso sentiero domandandosi se putacaso non fossi uno stalker. Poi, sempre stando attento a come mangiavo e a cosa bevevo e a quanto dormivo e a fin dove camminavo onde tenere a bada la pressione sanguigna, ho potuto ricominciare a lavorare col misurino. Vai in ufficio, ma non tutto il giorno! Vai in biblioteca, ma esci spesso a prendere aria! Leggi un libro, ma a meno di cento pagine per tirata! Scrivi qualcosa, ma piano piano e senza esagerare col computer! Mi è stato suggerito di disegnare diagrammi che fornissero una mappatura delle mie preoccupazioni onde averne una visione più chiara (l'ho fatto), e poi di architettare una lista delle azioni che non compio mai perché mi angosciano, associando a ciascuna una percentuale di angoscia e conseguentemente impegnandomi a praticarle nell'ordine progressivo di percentuale di angoscia (non l'ho fatto: già mi angosciava la lista in sé, 10%, ma in particolare non capivo bene come avrei potuto sfangarmela visto che mi angoscia il dovere di godermi la vita a Oxford, 30%, senza superare il quale non posso affrontare l'angoscia di infilarmi in un consesso estremamente affollato, 50%, o andare a una festa dove tutti sono allegri tranne me, 60%, o mimetizzarmi in mezzo a una pletora di hooligan allo stadio, 70%; e poi avrei forse dovuto iscrivermi a corsi appositi per imparare finalmente ad andare in bicicletta, 90%, a guidare un'automobile, 100%, a fare bungee-jumping, 150%?). Soprattutto mi è stato raccomandato di svagarmi (sempre a Oxford), andando al museo (l'ho fatto) o al teatro o al cinema (non l'ho fatto, devo ancora finire il museo dove mi sono rotto le palle dopo due mattinate trascorse a guardare sedili giapponesi, stuoie indiane e porcellane di Macao), e si è insistito sulla necessità che io mi godessi la vita comportandomi come qualsiasi ragazzo della mia età - se non che qui siamo alle parole in libertà in quanto anzitutto uno è ragazzo tutt'al più fino al 25 anni, passati i quali come giovane è solo patetico, e poi perché se io mi sono laureato a 21 anni mentre tutti si laureavano a 25, se ho fatto la maturità a 17 mentre tutti si diplomavano a 19, se ho iniziato le elementari a 4 anni e nove mesi mentre i compagni di classe avevano 6 anni, se sono stato mandato all'asilo a 1 anno e rotti in mezzo a futuri criminali di anni 3, ecco direi insomma che pretendere che inizi a comportarmi come uno della mia età a 30 anni è un po' tardivo, la situazione è irrimediabile e bisognava pensarci prima, quanto meno all'inizio degli anni '80. Allora ho optato per una cura più radicale: vai a Heathrow, prendi l'aereo, atterra a Linate, prendi la navetta, pranza alla Stazione Centrale di Milano con l'altro coordinatore di Quasi Rete, prendi la Frecciabianca, vai a Padova, accàmpati da amici, cena tardi, pranza quando capita, bevi il bianco, mangia il gelato, mangia un panino bisunto, rotolati nel profitterol, guarda la finale di Champions League sperando che perdano entrambe, prendi l'intercity, vai a Modena, mangia una pizza in piazza Grande, fai quattro passi con un compare all'una di notte, parla di filosofia con questo, parla di lavoro con quello, pranza con l'ex medico della locale e paglierina squadra di calcio, prendi il regionale, vai a Bologna, partecipa a un convegno, parla di università con questo, parla di pubblicazioni con quello, pranza al bar, cena coi professori, passeggia su Via dell'Indipendenza fino a che sei rimasto l'unico, inizia a guardare la tv alla sigla finale di Porta a Porta, dormi male, passa un altro paio di giorni del genere poi prendi la Frecciarossa, vai a Pavia, parla di presentazioni con questo, parla di conferenze con quello, prendi un aperitivo a base di spessissimo crudo innaffiato a oltranza, divora una pizza in piedi nella portineria del tuo Collegio onde salutare chi passi brandendo tranci di margherita, concediti il gelato anche se è quasi mezzanotte, vai su e giù per il vivace mercoledì pavese fino a tarda ora, torna in camera, dormi malissimo, alzati presto, leggi tutti i quotidiani che puoi, leggiti le nuove uscite che hai comprato nella prima libreria disponibile incurante delle ridotte dimensioni del bagaglio a mano, leggi riviste letterarie, magazine politici, rotocalchi sportivi, patinati femminili dimenticati da signore distratte, fumetti, inserti staccabili, istruzioni per l'uso, elenchi telefonici, prendi la navetta, torna a Linate, caricati di carta stampata e decolla corazzato in cotal guisa alla volta di Heathrow. L'altro giorno sono tornato a Oxford perfettamente riposato e ora sto una bellezza.

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