L'imponente vittoria di Mariano Rajoy alle elezioni politiche spagnole può tornare istruttiva a noialtri per almeno quattro ragioni:
1) insegna non solo che un partito di destra può vincere le elezioni senza alleati, ma che per candidarsi credibilmente a guidare un paese deve presentarsi alle elezioni da solo, proponendosi agli elettori moderati come unica opzione possibile de facto, e chi non lo capisce peggio per lui;
2) insegna che la Chiesa non dev'essere una stampella per imbarcare i voti di qualche centinaio di suore di clausura ma è l'unico collante i cui valori possano tenere insieme identità politicamente difformi, e chi non vuole adeguarsi si arrangi;
3) insegna non c'è miglior propaganda elettorale per un candidato di destra di un bel governo che attui una politica di sinistra;
4) insegna che dopo anni e annorum in cui gli intellettuali progressisti ce l'hanno menata con la minaccia di trasferirsi a Parigi a New York o a Malindi in caso di vittoria di Berlusconi, finalmente abbiamo anche noi un posto dove emigrare nel peggiore dei casi.