lunedì 5 dicembre 2011
Sappiamo bene che è il momento della sobrietà, della compostezza, del darsi da fare, del rimboccarsi le maniche, dello stringere la cinghia, dello stringere se necessario anche la cravatta, del rimboccarsi se necessario anche i pantaloni; sappiamo bene che la congiuntura è drammatica, che non c'è niente da ridere, che sarebbe da irresponsabili anche solo azzardare una battuta sul fatto che, mentre in Russia per protestare c'è chi ha espresso il voto in topless, noi abbiamo dovuto rinunciare sia al voto sia ai topless; sappiamo bene che è finito il tempo dei lustrini, del bunga bunga, delle barzellette e delle apicellate. Però nulla mi tratterrà dal tirare un sospiro di sollievo notando che, mentre illustrava questa manovra lacrime e sangue, della ministra che piangeva è stata inquadrata solo la metà superiore.