Se mai un giorno lontano, quando sarà compiuta l’agognata trasformazione degli Italiani in civilissimi Europei, dovremo essere grati a qualcuno per averci educati a comporre letteratura decente, costui risponderà al nome di Maria Damanaki: si tratta della gentildonna greca che funge da commissaria europea per gli affari marittimi e che intende impedire al commissario Montalbano di sbafare con riprovevole voluttà il novellame, insomma i pesciolini. La benemerita Damanaki censura a buon titolo il comportamento di Montalbano, sprezzante dell’evenienza che si tratti di un personaggio fittizio. Hanno un bel dire i soliti trogloditi sarcastici che è come voler proibire a Raskolnikov di uccidere le vecchiette o a Romeo di sperimentare un farmaco senza la previa autorizzazione del medico curante; la strada indicata dalla commissaria mostra in che direzione dobbiamo muoverci se vogliamo che la letteratura italiana diventi finalmente fruibile.
Su Tempi in edicola questa settimana mi lancio in una Storia della Letteratura Italiana rivista secondo le normative europee; roba che in confronto Francesco De Sanctis è un misero dilettante.