lunedì 27 agosto 2012

Finalmente domenica!
Prima giornata, 26 agosto 2012

[“Finalmente domenica!” è la nuova rubrica del lunedì di Quasi Rete / em bycicleta, il blog letterario della Gazzetta dello Sport. Per sopravvivere a questa stagione orfana non solo del simpatico Ibrahimovic e dello spilungone Lavezzi ma anche delle rubriche “L’anticipo” e “Il posticipo”, Savio e io proponiamo in parallelo ciascuno il proprio diario intimo del campionato. “Finalmente domenica!” costituisce altresì uno dei primi esperimenti al mondo di solipsismo sincronizzato. Questa è la mia metà.]

L’altra sera stavo guardando con mia madre Desperate Housewives quando, a un certo punto, le ho detto: “Ma ti rendi conto che questo è il venticinquesimo campionato che seguo?” Mi madre se ne rendeva conto ma il suo interesse al riguardo era contenuto, pertanto non ho ritenuto opportuno approfondire il tema specificando che a rigore di cronologia i campionati che ho seguito sono ventisei, compreso quello di oggi, ma ho chiari in mente solo venticinque inizi: della stagione ’87-’88 ricordo l’ultima giornata ma non la prima, anche se non dubito che ce ne sia stata una. La frase appena conclusa può anche essere considerata tutto ciò che ho da dire nel controverso dibattito sul Nuovo Realismo.

So anche a priori che ricorderò quest’inizio di campionato per un’inattesa peculiarità, in quanto oggi ho fatto una cosa che non mi capitava da anni: mi sono messo a leggere un romanzo di mattina, subito dopo colazione. Era L’amante di Lady Chatterley e si tratta in realtà di una rilettura: una decina d’anni fa l’avevo trovato uno dei libri più sciatti della letteratura inglese e intendevo fugare quest’ingenerosa valutazione giovanile. Ora che l’ho letto con più calma e maturità, posso confermare che è uno dei libri più sciatti della gloriosa letteratura inglese, a parte tre pagine di monologo del guardacaccia che però non salvano le altre trecento. Non lo facevo dai tempi dei liceo, leggere romanzi al mattino dei giorni liberi: ero sempre preso dallo studio o dall’indolenza o dal sonno arretrato o dal lavoro in sospeso o dalla fidanzata o dalle mail accumulate senza riposta o dai social network da ammansire o dalla necessità di scrivere robaccia o dallo scrupolo di leggere tutti i quotidiani di corsa per commentare gli articoli fregando tutti sul tempo. Oggi, sarà che ogni stagione calcistica è un nuovo inizio, ho deciso di farlo e l’ho fatto – as simple as this, dicono gli inglesi.

Avrei in realtà voluto farlo già ieri ma un blog mi aveva chiesto di indicare i cinque libri che secondo me esprimono meglio lo spirito del tempo attuale, quindi avevo dovuto passare la mattinata a pensarci. Ci ho pensato tanto a lungo che me ne sono venuti in mente quattro, e al gentiluomo che aveva avanzato la richiesta ho dovuto spiegare anzitutto il succo dei miei ragionamenti: “Premetto che ideologicamente non credo che i libri servano a capire lo spirito del tempo. Per me, come lettore, si tratta di un gioco a somma zero: il mondo va da una parte e i libri da un’altra, e le persone più indicate a cogliere lo spirito del tempo sono gli analfabeti. Consapevoli o meno del proprio analfabetismo, costoro infatti si sposano, fanno figli, producono oggetti, fanno circolare il denaro e mandano avanti la storia. Noi intellettuali, intesi come persone retribuite per produrre parole a qualsiasi livello, in larga parte non sappiamo fare niente (parlo per me, se non altro) e ci limitiamo a suonare il piffero senza rivoluzione. Io stesso mi vanto di leggere per non frequentare il mondo, anche se alla lunga il contrario è più salubre. Per questo inizio la lista di cinque libri che mi è stata richiesta lasciando un significativo spazio vuoto e indicandone solo quattro”.

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