martedì 25 settembre 2012

Il terzismo, persa ormai la spinta propulsiva e diventato istituzione, è stato insufflato nel modus scribendi dei corrieristi e in particolare è stato colto dai titolisti. Se per assurdo durante la giornata uno avesse il tempo di leggere solamente i titoli delle 72 pagine del Corriere ricaverebbe soprattutto sensazioni vaghe. Perché? Ma perché il terzismo s’è fatto prudenza e s’è trasformato in segni grafici ben precisi: le parentesi, entro le quali un inciso contraddice in parte quello che è scritto nel resto del titolo; il “ma”; il “non” sempre fra parentesi; la disgiunzione “o”, “oppure”; le virgolette attorno a parole potenzialmente letali; il fermo “no a” qualcosa che tutti già rifiutano; il punto interrogativo in coda.

Analisi grammaticale ma soprattutto logica del Corriere della Sera su Qwerty, il blog che recensisce i giornali su Tempi.it