Alcuni sostenitori della rete hanno tutto il diritto di sostenere che l’assoluta libertà garantita da internet grazie all’assenza di ogni sbarramento d’accesso e alla sospensione dell’identità individuale sia un segno del più auspicabile progresso. Nessuno d’altronde può impedire agli appassionati di motorizzazione di sostenere che sarebbe un mondo più emozionante quello in cui degli psicopatici senza patente né targa si lanciassero sui marciapiedi a fari spenti nella notte.
Su Tempi in edicola questa settimana (n.39, in copertina la Brambilla, Schifani e dei beagle) un mio lungo articolo in cui prendo in giro il popolo di internet, cioè voi.