lunedì 11 febbraio 2013

Il Papa non si dimette. Il Papa abdica.

La rinunzia del Papa è prevista dal codice di diritto canonico, pare, a patto che sia completamente libera e voluta.

Tutti stanno citando Celestino V ma l'ultimo Papa ad abdicare è stato Gregorio XII, al secolo Angelo Correr, nel 1415. Gli successe Martino V. Correr morì nel 1417.

Intanto su twitter Angelino Alfano parla di esodati e riforma Fornero. Si vede che non se n'è accorto.

Va bene che lì sono le 6 del mattino, ma il New York Times s'è accorto della rinunzia del Papa solo mezz'ora dopo.

Guardate il video dell'annuncio del Papa. In un'era di chiasso ingiustificato, le sue parole cadono nel silenzio e l'unica reazione è nello sguardo di chi gli sta accanto, che si guarda intorno e poi chiude gli occhi.

Da un'ora ogni politico sta dicendo la sua fesseria. Solo François Hollande ha dichiarato con maestria e discrezione: "La République saluta il Papa, ma non sta a noi commentare oltre ciò che riguarda soprattutto la Chiesa".

Ebbene sì, durante la conferenza stampa di padre Lombardi, il Guardian riferisce che il bookmaker inglese Paddy Power dà le quote per il prossimo conclave. Fra gli italiani il favorito è Scola. Per gli appassionati, ecco le quote nel dettaglio:
 9/4 Cardinal Peter Turkson
 5/2 Cardinal Marc Ouellet
 7/2 Cardinal Francis Arinze
 7/1 Archbishop Angelo Scola
 10/1 Cardinal Oscar Rodriguez Maradiaga
 12/1 Cardinal Tarcisio Bertone
 14/1 Cardinal Angelo Bagnasco
 16/1 Cardinal Jorge Mario Bergoglio 20/1 Cardinal Leonardo Sandri 25/1 Cardinal Raymond Burke 25/1 Cardinal Cladio Hummes 25/1 Cardinal Dionigi Tettamanzi 25/1 Cardinal Christoph von Schonborn 33/1 Cardinal Wilfrid Napier 33/1 Cardinal William Levada 33/1 Cardinal Camillo Ruini 33/1 Cardinal Norberto Rivera Carrera 33/1 Cardinal Francisco Javier Errazuriz Ossa 33/1 Cardinal Renato Martino 33/1 Cardinal Albert Malcolm Ranjith 33/1 Archbishop Piero Marini 33/1 Cardinal Antonio Canizares Llovera 33/1 Cardinal Keith O’Brien

Prima dell'elezione, il cardinale Ratzinger chiedeva ripetutamente a Giovanni Paolo II di poter tornare in Baviera a fare vita di preghiera e meditazione. Bisogna ricordarselo ora che padre Lombardi ha rivelato che il Papa deposto resterà in Vaticano a fare vita monastica, di preghiera e meditazione.

Un momento decisivo per la Chiesa di Roma: Gianni Riotta chiede ai suoi follower chi vorrebbero come nuovo Papa.

Subito dopo la notizia che Benedetto XVI resterà a condurre vita monastica in Vaticano, il Guardian fa casualmente notare che dopo la rinuncia Celestino V venne tenuto prigioniero in Vaticano.

Sempre sul Guardian, il corrispondente da Roma John Hooper allude misteriosamente ai reumatismi del Papa, citando Repubblica come fonte. Tutto vero.

Finalmente il Guardian dà anche una notizia su cui riflettere. Secondo Andrew Brown, l'ex arcivescovo di Canterbury Rowan Williams sapeva già da dicembre che il Papa si sarebbe dimesso. Anche il Dr Williams si è dimesso dal suo incarico poche settimane fa.

Sito dell'Independent, giornale very liberal. Titolo di apertura: "Sconcertanti dimissioni del Papa per cattiva salute". Immediatamente di fianco: "I pionieri del porno: la vita di Linda Lovelace ripercorsa da un film biografico". Entrambe le notizie sono illustrate.

La stampa internazionale ne sta facendo di ogni. Il sito del New Statesman ha un ampio servizio fotografico su "Ciò che ci mancherà di più del Papa: i suoi cappelli". Il Figaro riferisce l'interpretazione dell'abdicazione di Ratzinger espressa su facebook da un amico di Giovanni Paolo II.

Sto aspettando il momento in cui, non sapendo più che dire, i mass media inizieranno a rispolverare la profezia di Malachia, secondo la quale il prossimo Papa si chiamerà Pietro e sarà l'ultimo. Poi qualcuno si accorgerà che il favorito dei bookmaker è il card. Peter Turkson, e alè.

Il Figaro dà una rosa di cinque possibili successori: i cardinali Angelo Scola, Marc Ouellet, Christoph Schoenborn, Robert Sarah e, a gran sorpresa, Mauro Piacenza.

Continua l'espressione di benevolenza da parte dei giornali esteri. Nick Squires, corrispondente da Roma del Daily Telegraph: "Talvolta Benedetto è apparso tanto prono alle gaffe quanto la sua controparte secolare a Roma, Silvio Berlusconi, barcollando da un disastro pubblico all'altro".

Il miglior complimento a Ratzinger arriva da Mohammed Shafiq della Ramadhan Foundation: "Il suo pontificato sarà un ricordo triste per tutti i musulmani a causa del suo attacco all'Islam".

 Notiziona: secondo alcuni insider come il blogger Damian Thompson, ai cattolici inglesi stanno girando i cosiddetti perché il loro prelato di punta, l'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, non è ancora stato creato cardinale e non potrà quindi esprimere il suo voto. Possiamo anche supporre che Adriano IV resterà l'ultimo Papa inglese ancora per un bel po'.

Il giornalista Sam Jones individua cinque priorità per il prossimo Papa: contraccezione, abusi sessuali, omosessualità, aborto e ruolo della donna. Da ciò si deduce che Sam Jones è un maniaco.

"Comunque non sapevo che fossero tutti esperti di Vaticano", commenta il caporedattore del Foglio Claudio Cerasa. Fra gli esperti dell'ultim'ora annoveriamo anche coso, il propagandista ateo Richard Dawkins che scrive: "Mi spiace per il Papa e per tutti i vecchi preti cattolici. Immaginate, guardandovi indietro, di vedere solo una vita sprecata e senza sesso". A Dawkins qualcuno spiegherà che il Papa ha abdicato, non ha abiurato.

Per fortuna in Inghilterra qualche vaticanista serio ce l'hanno. Andrew Fenton-Thomas ricorda che votare per sé stessi in conclave è proibito dal 1621.

Il presidente della conferenza episcopale francese André Vingt-Trois argomenta: "Un Papa francese? Potrebbe accadere, ma non vedo come. La nazionalità non è importante". Mancava solo che dicesse: "La formazione la fa il mister". Subito dopo aggiunge: "Essere africano non è un requisito sufficiente per diventare Papa". Fate conto che è iniziato il Risiko.

Dice il Guardian che "il Center for Constitutional Rights, che ha intentato causa criminale al Papa e ad altri leader vaticani in ragione di abuso sessuale, sostiene che le dimissioni del Papa rendono più facile l'imputazione internazionale".

Altre notizie amene dall'Inghilterra: forse perché terrorizzato dalla profezia di Malachia sull'eventuale papa Pietro, il favorito del bookmaker Paddy Power non è più il cardinale ghanese Peter Turkson bensì il canadese Marc Ouellet.

Il direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian scrive che la decisione era stata presa dal Papa già nella scorsa primavera, dopo il viaggio in Messico e a Cuba.

In tutto questo, il canale ufficiale del Vaticano twitta: "Ciclismo, anche per Mario Cipollini scandalo doping". Questa sì che è un'arma di distrazione di massa.

Tutti si chiedono chi sarà il nuovo Papa, ma il Figaro dà in anteprima la notizia che il cardinale protodiacono, quello che dice "Habemus Papam", sarà un francese: Jean-Louis Tauran. A meno che non eleggano lui. Non è previsto che dica "Habemus Papam, c'est moi".

Intanto all'Ansa staranno festeggiando oltremodo in quanto non sanno più se l'abdicazione è stata rivelata al mondo da Giovanni Chirri o da Giovanna Chirri.

Ezio Mauro: "La modernità in Vaticano". Non per niente una cosa del genere non accadeva da 600 anni.

C'è un dato di fatto incontrovertibile che deve far riflettere riguardo alla giornata di oggi. Nell'era dei media istantanei e della comunicazione globale, la notizia del giorno è stata data in latino ed è stata diffusa grazie a una tradizionalissima agenzia di stampa dell'Ansa, esattamente come notizie del tipo "Nasce il museo delle migrazioni a Lampedusa" o "Maltempo: neve anche sul Festival di Sanremo", che però non s'è filato nessuno. Il video delle parole del Papa ci ha messo un po' a venir fuori e non è stato girato da nessun cronista dilettante col telefonino. Al momento, e siamo alle sette di sera, le uniche notizie certe di cui si parla derivano o dalla dichiaraizone del Papa stesso (di poco precedente mezzogiorno) o dalla conferenza stampa di padre Lombardi (di poco successiva a mezzogiorno). Il sito del Vaticano s'è limitato a pubblicare senza alcuno strepito il testo della "declaratio", non visibile sulla homepage. L'account di @Pontifex su twitter ha taciuto, e Gianni Riotta, per essere sul pezzo, s'è dovuto arrabattare a ritwittare una frase risalente a ieri tacendo che il contesto era diverso. La pagina web dell'Osservatore Romano sembra in tilt. Per il resto della giornata tutti ma proprio tutti sono rimasti appesi alle due dichiarazioni dell'ora di pranzo e non hanno potuto che ripetere per ore e ore le stesse notizie, avvitandosi intorno a supposizioni o illazioni o umorismi o dichiarazioni arbitrarie, senza per questo aggiungere nulla ma proprio nulla alla notizia, che sarebbe rimasta quella, immutabile, anche se internet non fosse mai esistito.

Roberto Saviano scrive su facebook che il Papa potrebbe essersi dimesso con questo piano: "Mostrare la fragilità della Chiesa per chiedere compattezza al voto cattolico". Poi si trasferirà a Castel Gandolfo per esprimere ostilità all'Imu.

Saviano fa tendenza. Per non essere da meno, il corsivista inglese Andrew Brown scrive che "nelle dimissioni di Benedetto si può scorgere un implicito rimprovero al suo predecessore, per il quale aggrapparsi alla vita e al potere quanto più a lungo possibile era un maniera di testimoniare la sofferenza di Cristo". E noi che credevamo che avesse abdicato per far guadagnare qualche voto all'Udc.

Berlusconi, polemica con Fabio Fazio. Mi ero dimenticato tutti e due.

Giuliano Ferrara definisce "gioiosa" la decisione del Papa e dice che per commentarla degnamente ci vorrebbe un sonetto del Belli. Bruno Vespa immediatamente commenta: "Parleremo dopo di queste ombre".

Bruno Vespa chiede se si ponga il problema dell'italianità del Papa. Coro di no. L'importante è che non faccia cucù.

Su Rai 1 l'ottimo vaticanista Svidercoschi si addentra in una precisa disamina di cosa significhi "crisi di fede". Bruno Vespa lo placca.

E dopo che per dieci ore tutti hanno detto che l'ultimo Papa ad abdicare non è stato Celestino V nel 1294 ma Gregorio XII nel 1415, a Porta a Porta campeggia il titolone: "Primo ad abdicare dopo sette secoli". Meno male che arriva Cacciari: "Ratzinger non ha niente a che fare con Celestino".

Pensateci. Voleva scrivere il libro su Gesù, e l'ha fatto. Voleva scrivere tre encicliche, su fede speranza e carità, e l'ha fatto.

Secondo me domani il Manifesto titola: "Altro che proposta choc".

Insomma è stata una giornatina intensa ma comunque stiamo tranquilli, non praevalebunt.