sabato 3 agosto 2013
Spiace che Cécile Kyenge non vada alla festa della Lega; per fortuna non ci vado neanch'io altrimenti ne avrei approfittato per chiederle una cosetta. Lei, precisamente, di cosa si occupa? C'è un vago ricordo della delega all'integrazione, quasi nessuno sa che per colpa della palestra di Josefa Idem le è stata assegnata anche la delega alle politiche giovanili. Le offese che ha ricevuto sono senz'altro becere e gravi, ma quando parlano di lei i quotidiani si limitano a riferire delle sue brillanti reazioni agli insulti, riducendo l'operato della Kyenge alll'integrazione del ministro stesso nel Consiglio dei Ministri. Anche cronisti insospettabili ormai non la definiscono più col titolo corretto del suo dicastero ma come "primo ministro nero della Repubblica", confondendo il ruolo con l'identità e suggerendo tacitamente che il ministro nero in tanto è ministro in quanto è nero. In questo contesto di vacuità tautologica un consigliere comunale del varesotto ha conseguentemente definito la Kyenge "ministro del nulla" ed è stato pavlovianamente tacciato di razzismo nonostante che avesse espresso un giudizio politico, per giunta sul ruolo e non sull'identità della Kyenge. Ecco, Enrico Letta è un politico giovane ma esperto, sagace, furbacchione. Se avesse affidato alla Kyenge Viminale o Farnesina non mi sarebbe importato che il ministro fosse nero, bianco, giallo, rosso o blu; invece ha sottilmente consegnato al ministro nero il ministero che si occupa dell'integrazione, fra gli altri, del ministro stesso. Così qualsiasi critica politica le si fosse mossa sarebbe finita nel mucchio della cagnara sul colore della pelle. Scelta di abilità politica estrema e di sottile, cinico, machiavellico, quasi soave razzismo.