domenica 18 agosto 2013

Stamattina ho assistito alla Messa non voglio dire più deprimente della mia vita, ma a una che avrebbe potuto essere migliore se il lettore non fosse stato semianalfabeta, se il canto dell'Alleluia non avesse trasudato lassitudine e sconforto, e se, visto che si trattava della Messa per i bambini, ci fosse stato almeno un bambino (il più giovane ero io). Lì ho sentito leggere dal Vangelo: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione". E' seguita come commento a queste parole un'omelia critica sulla critica di un qualche innominato esponente della Lega al discorso di Papa Francesco a Lampedusa; nonché un'argomentazione contro il compromesso del governo di larghe intese.
Com'è come non è mi sono tornate in mente le parole che ieri avevo letto in Cina e altri orienti di Giorgio Manganelli (Adelphi): in Pakistan "la Corte sentenzia non tanto 'in nome' quanto 'per conto' o 'su delega' di Allah"; "quanto al Capo dello Stato, costui governa a sua volta 'su delega', giacché il mondo non appartiene ad alcun uomo, ma tutto e solo ad Allah". Ancora, il Pakistan è "una comunità sacra - 'umma' - che collettivamente pensa ed è pensata da Dio, e che vive in modo totalmente posseduto dal sacro, in quanto appartenente a Dio"; quindi "non esiste legge dello Stato, anzi non esiste propriamente Stato, ma solo la 'sunna', la tradizione, la legge che la collettività custodisce da sempre". Dichiara infine un pakistano: "Noi siamo una 'umma', esistiamo nel disegno di salvezza di Allah"; "noi siamo un popolo di Dio, una nazione che è tale in quanto pensa ed è pensata da Dio".
Ecco, nel Pakistan del 1979 tutto parlava di Dio mentre nella civile Italia del 2013 tutto parla dell'Imu, dell'agibilità politica, delle prerogative del Quirinale e del rimpasto di governo. Quando prima o poi l'Occidente sarà morto e sepolto, sulla nostra lapide quest'epitaffio sarà scritto: "Avevamo la vera religione / ma non eravamo persone serie".