giovedì 3 ottobre 2013

Sto leggendo il nuovo romanzo di Antonio Pascale, Le attenuanti sentimentali (Einaudi), e mi fa piacere notare che è puntellato da un sorridente scetticismo nei confronti di un'istituzione ormai comunemente accettata: l'amicizia fra uomo e donna. Pascale è un razionalista di buon senso e come me non si capacita dell'universale diffusione di una pratica che è contraria alla logica, alla natura e all'interesse. Solo che lui ascrive il proprio scetticismo ai natali mediterranei, che lo spingono a essere galante in modo quasi caricaturale con le donne per interesse privato, mentre io mediterraneo quantunque penserei piuttosto all'interesse collettivo.

Sono ancora a metà libro quindi non so (presumo di no) se a un certo punto Pascale sbotterà e dirà quel che penso, ossia che l'amicizia fra uomo e donna è il primo gradino della distruzione del maschio: seguono la lotta all'omofobia, che sotto una formula educata configura il reato di eterosessualismo; la progressiva confusione dei confini fra corteggiamento e stalking, che presto ci farà desistere dall'attaccare discorso con qualcuna oggi per timore di essere denunciati domani; l'ideologia isterica che scorge in ogni uomo un potenziale operatore di femminicidio. In cima alla scala si trova il risultato concreto, ossia un tasso di natalità tendente al limite zero.

Allora, suggestionato da tali implicazioni recondite della lettura del romanzo di Pascale, stanotte non sono riuscito a chiudere occhio ma ne ho approfittato per elaborare una modesta proposta per prevenire che l'assenza di figli diventi un fardello per i mancati genitori e per la nazione. Eccola: se le forze dell'ordine colgono in flagrante un uomo e una donna seduti allo stesso tavolo o a passeggio insieme, chiedano loro se sono sposati o fidanzati. Se rispondono di no, chiedano con discrezione se sono forse amanti, o se quanto meno si bacino di nascosto. Se i due persistono nel rispondere sdegnati di no protestando di essere amici e basta, venga loro comminata una sanzione pecuniaria, rispettivamente di € 50 all'uomo e di € 250 alla donna, quest'ultima da raddoppiare qualora la violazione sia stata commessa in combutta con un uomo che si dichiara gay, intervenendo nella fattispecie l'aggravante dell'omissione di soccorso. Una misura del genere potrebbe rendere meno verosimile un futuro di bambini tutti chiamati Maometto e magari perfino superfluo l'aumento dell'Iva.