Questo libro non ammette recensioni perché non sembra scritto nell'inglese che conosco e padroneggio bensì in un miscuglio di lingue, talune ignote; uno potrebbe recensirlo solo fingendosi più intelligente dell'autore e sbeffeggiando Joyce perché non riesce a capirlo; Joyce tuttavia utilizza il linguaggio come mezzo di ricerca sperimentale di qualcosa di radicalmente nuovo mentre io, in quanto recensore, sono costretto ad affidarmi all'uso tradizionale della lingua; il contenuto del suo libro coincide con la forma in cui è scritto quindi chiedermi di cosa parli sarebbe come pretendere che spiegassi a parole cosa significa una sinfonia di Beethoven.
L'editore Gallucci ha appena pubblicato Finn's Hotel, presunto inedito di James Joyce. Una recensione inglese del 1939 ci aiuta a capire se si tratta davvero di un inedito e soprattutto a districarci nel dibattito furibondo fra avanguardiani e avanguardoni. Sul Foglio di oggi, a pagina 2.