giovedì 20 marzo 2014

La vita è fatta di priorità che variano in base a chi siamo e cosa vogliamo, e possiamo viceversa capire chi siamo e cosa vogliamo in base a esse. Vale per gli individui come anche per i quotidiani. Ad esempio il Corriere della Sera, che è il giornale istituzionale par excellence, aduso a setacciare il flusso degli eventi e a piombare i più importanti per trasformarli in avvenimenti storici, ieri titolava: "Putin si annette la Crimea". Impeccabile. La Stampa, che è secondo un antiquato adagio il giornale dei padroni, mostrava un netto interesse economico: "Tagli, si arriva a 5 miliardi"; l'Unità, che è invece il giornale dei lavoratori e quindi è giustamente tarato sui loro interessi, titolava più criticamente: "Pensioni e statali, pericolo tagli". Il Messaggero, che mica per niente è di Roma, inaugurava il titolone con una parola magica: "Statali, mobilità e stop ai premi". La Gazzetta dello Sport, occupandosi di sport, puntava il mirino sulla "Caccia a Galliani". Ecco, tutto questo per dire che con quest'ampia scelta la Repubblica di ieri titolava: "Berlusconi, vietata la candidatura".