Ho detto e ripetuto che non risiedendovi non posso votare al ballottaggio per il sindaco di Pavia ma questo blog, che è apolide, se messo alle strette domenica voterebbe Alessandro Cattaneo per tre motivi dettati dalla ragione.
Dopo molti anni di assenza sono tornato a vivere a Pavia a metà del mandato di Cattaneo e mi è parso che la città fosse ben amministrata, anzi meglio rispetto a quando l'avevo lasciata. Quanto meno il sindaco non ha fatto commissariare il comune come il suo predecessore. Non ho insomma visto nulla che giustificasse la smania di cambiamento tanto per cambiare che è stata la cifra di questa campagna elettorale. Sostituire un sindaco dopo il primo mandato implica un giudizio talmente negativo sul suo operato da preferire qualsiasi cosa alla sua riconferma. Nel caso specifico, mi sembrerebbe un eccesso pregiudiziale e ingiustificato.
Non so in periferia ma in centro il principale guaio mi sembra un certo disordine prodotto soprattutto da due figure tipiche se non pittoresche: gli studenti che, privi di un alloggio decente a causa del turbocapitalismo, si vedono costretti a fare pipì in piazza Duomo e gli immigrati i quali, presumo per mancanza di luoghi adeguati alla loro ricreazione, onde passare qualche serata in allegria si dedicano a organizzare di tanto in tanto vigorose risse nei principali luoghi d'interesse storico e artistico. Prima di entrare nella cabina elettorale specchiatevi nella coscienza e domandatevi se abitualmente un'amministrazione di sinistra in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo (a Milano, a Bologna, a casa vostra) tenda a risolvere o ad aggravare problemi simili.
So che i pavesi sono modesti ma, considerato il panorama politico, è giunto il tempo delle grandi cose. Se vogliono che un domani Pavia conti di più su scala nazionale mi sembra evidente che debbano sostenere Cattaneo il quale è noto nel resto d'Italia, ha un suo peso ed è giovane abbastanza da poter coltivare in futuro ambizioni smisurate, per citare le recenti parole di un sindaco toscano poi chiamato ad altro incarico.
Infine, lo so che il problema dei ballottaggi è che bisogna pur sceglierne uno; ciò non significa che verso l'altro si covi ostilità o astio o disprezzo. Al netto dello scivolone supercilioso e potenzialmente autolesionistico sulla legalità nelle piccole cose, Massimo Depaoli è un'ottima persona ma il mandato politico che ha ricevuto è un po' flebile. Ha vinto le primarie del centrosinistra col 90% dei voti perché a votare si sono presentate 800 persone all'incirca - avete letto bene, non ho saltato uno zero, ho proprio scritto ottocento - le quali hanno ritenuto il suo sfidante talmente inadatto alla politica da non fargli raggranellare nemmeno cento votarelli. Depaoli è un insegnante dedito al proprio lavoro, affezionato all'ambiente e alla bicicletta, ben supportato dall'intellighenzia pavese che sta forse un po' esagerando nel trasformare la sua candidatura, portata avanti con modestia, in guerra di liberazione da non si capisce bene cosa. Sarebbe un ottimo assessore alla cultura o all'ambiente in una giunta Cattaneo, se fossimo in un Paese avvezzo a riconoscere statura dignitosa agli avversari migliori cercando di includere la loro rappresentanza anziché isolarla; ma non lo siamo (proprio il tono di superiorità assunto negli ultimi giorni da alcuni sostenitori di Depaoli lo dimostra) e quindi temo che resterà lettera morta.