Se conoscessi Maria Elena Boschi le vorrei il bene un po’ melanconico
che si deve alle coetanee belle di bellezza tale da farle apparire sempre
lievemente fuori contesto – tanto più trovandola sulla copertina del nuovo
numero di Panorama, sorridente e occhieggiante come oggetto del desiderio
dell’estate 2014 sotto il titolo: “Che fai stasera? Come si corteggia, si
rimorchia, si filtra ai tempi della desideratissima ministra Boschi”. Non è
chiaro: significa che bisogna tutti corteggiare la Boschi, che resta lì ad
aspettare un connazionale che vinca la giostra? O che da quando lei è entrata
nel governo è stata rottamata la vecchia maniera di corteggiare rimorchiare
flirtare e bisogna di conseguenza adeguarsi al nouveau régime sentimentale? La ministra intanto resta non
accasata, pare, magari anche non corteggiata, negletta come solo le donne di
bellezza rara e intimorente, facile a gualcirsi, sono destinate a restare
nonostante che, informa l’articolista, il suo topless finora immaginario sia stato
valutato 15.000 euro in favore dell’infingardo che lo svelerà a un mondo che
desidera sbirciarla senza volere correre il rischio di innamorarsene (“È la
crisi, ministra”, conclude l’articolista con perfidia femminile). La Boschi invece
esiste veramente e stona in una nazione di avvizziti guardoni, per non dire di
peggio. Sette sue fotine innocenti corredano infatti un reportage sulle
confessioni degli italiani che sostengono di rimorchiare con successo nel nuovo
mondo dell’iperconnessione tecnologica, pur fottendosene della ministra perché alla
qualità preferiscono la quantità. C’è infatti il finto padre single che inganna
le mamme in spiaggia, che novità, nascondendo di avere la fidanzata a casa. Il
compulsivo ossessivo da Meetic e Whatsapp che si vanta di essere “il re degli
emoticon” senza capire che ogni volta che un uomo manda una faccina stilizzata
a una donna un ormone muore rinsecchito, e che se una donna gli si concede dopo
avere ricevuto una pallina che emette cuoricini allora vuol dire che si
meritano l’un l’altra. C’è quello che “strappa i vestiti di dosso per sentirsi
ancora macho”. Il mesto passatista che crede di realizzarsi dragando la
compagna di classe separata perché al liceo “il suo lato B era notevole”. Il PR
da discoteca che scopa ragazze olandesi in serie a Miramare di Rimini
garantendo ingressi superfree. L’immancabile precario che si vanta di essere
alternativo e nutre “una visione scientifica della conquista” che culmina nel
suo estrarre la chitarra a cena, orrore, “lasciarsi esagerare”, qualsiasi cosa
significhi, e voilà, negli intervalli non canori lamentarsi di guadagnare “di
gran lunga sotto i settecento euro e neppure tutti i mesi”. Una botta
d’allegria, queste cinque tipologie di uomini che invece dovrebbero desiderare donne
desiderabili, azzardare il gioco a somma zero e magari contemplare la sconfitta
anziché specchiarsi nei propri successi incrinati. Questi intanto sono i maschi
adulti italiani, pomposi e ombelicali, che si vantano di essere bravi a
rimorchiare col pallottoliere e poi passano la sera a casa a frignare o, i meno
dignitosi, davanti ai social network; mentre a Maria Elena Boschi voglio il
bene sempre più melanconico che si deve alle coetanee che vanno sprecate in un
contesto che non merita la loro bellezza. È la crisi, ministra.