Ragazze, non fidanzatevi con un calciatore che quando segna non esulta. Tutti gli altri vanno più che bene, vi garantiranno lussi e fama e domeniche libere; ma stanno diventando sempre meno. Ieri mi hanno colpito le copiose messi di calciatori che dopo il proprio goal non alzavano le braccia e, mentre i compagni saltavano esultanti sulle loro spalle, conservavano un'espressione metà infastidita da cotali feste fuori luogo metà contrita per il misfatto di avere segnato contro una squadra in cui già avevano giocato tempo addietro. Eppure il goal è una vendetta poco gentile contro il passato, le sue sconfitte e i suoi infortuni. L'esorbitanza del calciomercato che oramai è sempre aperto, due mesi di affari e dieci mesi di corteggiamenti e spifferi e sogni proibiti e fotomontaggi su quotidiani sportivi che parlano sempre meno di cos'è successo e sempre più di cosa potrebbe accadere - dicevo, l'esorbitanza del calciomercato ha moltiplicato esponenzialmente il numero di squadre in cui un calciatore può aver militato e contro le quali rischia di segnare senza manco alzare un timido braccino giubilante, d'istinto. Ma voi, ragazze, non cascateci e dietro questa parvenza di nobili sentimenti scorgete ciò che c'è veramente: un uomo che guarda indietro mentre l'amore guarda avanti anche quando non si vede niente, un uomo che da un momento all'altro potrebbe levarvi lussi fama e domeniche libere per riconsegnarli all'ultima arrivata prima di voi.
[Si trova anche su Quasi Rete, il blog letterario della Gazzetta dello Sport.]