Dunque, oggi oltre a guardare la Coppa America alle tre di notte su Gazzetta TV potreste anche prendere e andare in libreria a comperare l'ultimo libro di Voltaire, non nel senso che l'ha scritto adesso (rivelazioni: è morto nel 1778) ma nel senso che è la sua ultima nuovissima opera a essere stata tradotta in italiano, con parole e introduzione e note mie. Si intitola Gli ebrei mangiavano carne umana? E come la preparavano?, l'ha pubblicata proprio oggi Il Melangolo, costa sei euro e vi anticipo un mio brano perché sono generoso:
Voltaire ha da poco scoperto una divorante passione per la Bibbia e sta invitando i suoi amici a leggerla con attenzione, alla ricerca di perle di assurdità e abiezione; in particolare, alla marchesa du Deffand consiglia la lettura del profeta Ezechiele, al quale il Signore prima comanda di mangiare un rotolo di pergamena (Ezechiele 3, 1-3), quindi di legarsi con delle funi (Ezechiele 3, 25), poi di dormire trecentonovanta giorni sul fianco sinistro e quaranta su quello destro (Ezechiele 4, 4-6), e infine di mangiare del pane condito con escrementi (Ezechiele 4, 12-15). In quest’ultima circostanza il profeta, a onor del vero, riesce infine a ottenere che il pane sia insaporito solo con sterco di vacca. La Deffand non gradisce e Voltaire le scrive nuovamente cercando di persuaderla riguardo all’importanza di Ezechiele: "E, se permettete, vi pare niente, dopo aver mangiato della merda, promettere agli ebrei da parte di Dio che mangeranno carne umana a volontà? Non vi interessa conoscere i costumi delle nazioni? Per quanto poca curiosità possiate avere, vi proverò che non c’è popolo che non abbia abitualmente mangiato ragazzini e ragazzine; e mi concederete altresì che non è un male tanto grande mangiarne due o tre anziché sgozzarne a migliaia, come facciamo in Germania con civiltà".