Presto, istituite il Premio Nobel per la filosofia e correte a conferirlo a Michela Marzano per l'intervento pubblicato stamattina su Repubblica riguardo alla presunta questione della guarigione degli omosessuali. L'obiettivo dell'onorevole filosofa è che si giunga a rispettare "ognuno di noi per quello che è" senza imporre un "dover essere": l'orientamento sessuale, scrive, è un "modo di essere" che in quanto tale "non si sceglie e non si cambia". Ciò che siamo, argomenta, non deve farci sentire colpevoli. Abbiamo il diritto di essere accettati per ciò che siamo e così come siamo.
Quest'articolo breve ma intenso è destinato a mutare repentinamente le sorti della filosofia poiché, dando il giusto risalto a ciò che si è, omette di prendere in considerazione l'annosa questione di ciò che si fa, questione che tanto tormento ha dato a filosofi antiquati e meno brillanti. Secoli, millenni di dibattito sul criterio per considerare univocamente buona o malvagia un'azione sono terminati col punto fermo che il quotidiano romano ha posto stamane una volta per tutte. L'omonimo dialogo di Platone, che per ben dieci libri si arrovella intorno alla domanda "Che cos'è la giustizia?", se venisse scritto domani sarebbe brevissimo: basterebbe dire che la giustizia è essere giusti, e che se uno è giusto non importa quello che fa perché qualsiasi cosa faccia essa è la giustizia perché essere giusti è un modo di essere. Meno male che Heidegger è morto, altrimenti chi glielo dice che stamattina è stato giubilato il Sollen, ovvero il dover essere? Visto che non solo non si può cambiare ma nemmeno si può scegliere, spiace dire che da oggi tutti quelli che si occupano di filosofia morale e di etica dovranno trovarsi un altro mestiere perché alla fine tutti i nostri atti sono necessitati, quindi è inutile stare a questionarli più di quanto non sia utile mettersi a discutere sull'ordine dei numeri. Il fatto che la Marzano insegni proprio filosofia morale all'Université Paris Descartes potrebbe porre qualche problema, agilmente superabile però con l'argomentazione che lei non è professoressa di filosofia morale perché compie l'atto di insegnare filosofia morale, bensì insegna filosofia morale perché è professoressa di filosofia morale: il suo è un modo di essere che non può cambiare né scegliere.
L'etica parmenidea della Marzano - provo a formulare la sua ricetta: solo ciò che si è è, ciò che non si è non è - impone anche di rimettere mano al codice penale. Infatti è tempo di una riforma per cui i cittadini smettano di venire giudicati in base al vetusto criterio di ciò che hanno fatto ma vengano giudicati esclusivamente in base a ciò che sono. Sarà semplicissimo, tanto più che in parlamento la filosofa appartiene alla commissione giustizia. Sei un ladro, un assassino, un truffatore? In galera, anche se non hai mai compiuto un furto né un omicidio né un raggiro: il fatto che tu ti sforzi di non compiere questi atti disdicevoli non toglie che tu sia ciò che sei, e che il tuo modo di essere non possa essere né scelto né cambiato. Quest'accorgimento tutelerebbe a maggior ragione le persone oneste: l'onestà infatti è un modo di essere che non si sceglie né si cambia quindi, se sei una persona onesta, non importa che tu abbia ucciso tuo padre, abbia giaciuto col suo cadavere e te lo sia mangiato, il tutto in un'auto in divieto di sosta: il solo fatto che tu sia una persona onesta è sufficiente a renderti innocente perché non vai giudicato per quello che fai ma solo accettato per quello che sei.
Ingenuamente, fino a ieri sera, credevo che i rapporti sessuali fossero azioni e non modi di essere, e che io scegliessi liberamente di andare a letto con una persona o con l'altra. Stamattina ho capito invece che ci vado solamente perché sono così, e che non posso farci niente: le signorine lusingate dalle attenzioni che concedo loro a discapito delle rivali dovrebbero abbassare la cresta perché frequentarle è un modo di essere che non consente scelta. Anche il mio atteggiamento più che generoso nel lasciare che ciascuno vada allegramente a letto con chi gli pare (conosco addirittura pervertiti che lo fanno con donne laureate) in realtà è viziato alla base del ragionamento: infatti nessuno è libero di andare a letto con chi gli pare poiché tutti sono necessitati all'agire nel modo in cui agiscono per via di come sono e non c'è verso di fare diversamente ma si è come pietre che cadono dal cielo e non possono tornare su. La mia idea che tutti noi siamo composti di bene e male e portati a compiere atti buoni e atti malvagi senza che essi ci determinino per il futuro, perché nessun uomo è buono o malvagio per sempre ma anzi il buono ondeggia sempre sul precipizio del male e il malvagio può sempre redimersi compiendo una buona azione da lasciare a bocca aperta, è evidentemente erronea, razzista, omofoba e femminicida.
Scusate. Sconto in questo la mia scarsa formazione cristiana che non può eguagliare quella della Marzano. Dalle colonne di Repubblica o dagli scranni della Camera o dalla cattedra parigina la filosofa si fa esegeta della parola di Dio e domanda: "Ma chi lo chiude il proprio cuore a Gesù? Chi non fa altro che prendere atto di ciò che è oppure chi decide che deve cambiare, che ci si deve sforzare, che basta un piccolo sacrificio e poi tutto torna a posto?". Lei propende per la seconda ipotesi; io se non erro da qualche parte del Vangelo ho letto "Sforzatevi sempre di entrare dalla porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi ma non ci riusciranno", però magari era un errore di stampa e comunque per il Nobel per la teologia c'è tempo.