mercoledì 22 luglio 2015

La sentenza della Cassazione che consente di cambiare sesso all'anagrafe senza ricorrere a un'operazione chirurgica sui genitali non solo instaura l'armonia definitiva fra soma e psiche, per utilizzare termini degni di un opinionista di Repubblica, ma riconduce testualmente la "percezione di una disforia di genere" (ossia, tradotto dal giuridichese, sentirsi femmine anche se si è maschi o viceversa) entro la sferra del "percorso soggettivo" (ossia pensare ciascuno per sé, alla cazzo). Ciò apre scenari di indefinito miglioramento della qualità della vita e non solo nel campo sessuale, che è il meno: io medesimo sono in procinto di recarmi presso il mio Dipartimento in Università per richiedere, sentenza della Cassazione alla mano, che mi vengano versati gli emolumenti regolarmente spettanti a qualsiasi professore ordinario poiché tale mi sento, nella percezione di una disforia professionale entro la sfera di un mio percorso soggettivo.

Niente più coltelli né nastro isolante per i futuri stupratori: per trasformare un "no" in un "trombiamo" basterà dichiararsi consapevoli della percezione di una disforia sentimentale con la sconosciuta rinchiusa in uno scantinato, e idem la compilazione dei moduli per le tasse sarà facilitata dal poter dichiararci tutti intimamente sicuri di essere nullatenenti. Per risolvere la crisi greca basterà che tutti i greci si convincano di essere tedeschi, pretendendo il passaporto con l'aquila sopra, mentre in occasione delle prossime Olimpiadi è già stato ordinato il conio di un numero di medaglie d'oro pari al numero dei concorrenti in ciascuna disciplina, poiché va bene che l'importante è partecipare ma nella percezione di una disforia agonistica tutti saranno convinti di avere vinto.

I più sottili controbatteranno che la sentenza dei giudici della Cassazione può essere legittimamente annullata da una corte di tizi di parere opposto benché fermamente persuasi di essere loro i veri giudici della Cassazione. Dettagli. Il punto chiave è che gli illuminati giudici hanno finalmente preso atto di quanto riferito da Freud* riguardo a un paziente la cui vita era resa impossibile dalla tremenda convinzione che qualsiasi suo pensiero godesse di realtà oggettiva al di fuori dalla sua testa, e che quindi se immaginava che la madre fosse morta credeva di averla uccisa per davvero, o se immaginava un grifone nell'armadio non riusciva più ad aprire le ante per timore che balzasse fuori. Il paziente, con grande ammirazione di Freud, aveva denominato tale peculiarità "onnipotenza dei pensieri": all'epoca era una malattia, da ieri è legge.


*nota: Così al volo no ricordo in quale opera; a occhio direi o nel Disagio della civiltà o in Totem e tabù.