venerdì 30 ottobre 2015

Si parla di disastro politico del Partito democratico in riferimento alle dimissioni ritirate da Ignazio Marino ma senza tenere presente che esso si annida in una frase che viene ripetuta da giorni dalle gerarchie romane del partito: ossia che non si può votare la sfiducia al sindaco insieme alle opposizioni perché, testuali parole di non so chi, "il nostro elettorato non capirebbe".

A rigor di logica, questo apre due ipotesi alternative. O l'elettorato del Pd non capisce perché costituito da aventi diritti al voto più cretini dell'elettorato degli altri partiti: ipotesi poco lusinghiera ma non peregrina per un partito che su scala nazionale prende il 40% dei voti totali, il quale statisticamente mica può essere espresso solo da geniacci inconfutabili. E questa è la tragedia del Pd in quanto partito. Oppure l'elettorato del Pd non capirebbe comunque da chiunque fosse composto; sarebbe a dire che, se anche per assurdo scambiasse integralmente gli elettori con altri partiti, nessuno capirebbe lo stesso poiché per definizione l'elettorato, essendo composto da italiani qualsiasi, è incrollabilmente cretino nella sua vasta maggioranza. E questa è la tragedia del Pd in quanto democratico.

M'interrogavo su quale alternativa fosse la più rispondente al vero quando m'è caduto l'occhio su un servizio di Sky Tg 24 sull'emergenza idrica in Sicilia, in cui una signora lamentava disperata: "Io non posso restare senz'acqua. Come faccio? Ho il cane". La signora non è di Roma bensì di Messina e non so per che partito voti; fatto sta che mi fa propendere decisamente per la seconda ipotesi.