Italia, Italia, Italia!
(Ultime parole di Angelo Fortunato Formiggini
nell'atto di percorrere la distanza che separa
la Torre Ghirlandina dal suolo acciottolato
il 29 novembre 1938)
Stamattina volevo fare un salto a Modena per vedere la partenza del Giro d'Italia dal Parco Novi Sad, ma improrogabili impegni mi trattengono in Lombardia.
Quindi mi sono limitato a guardare il passaggio di ieri in televisione. I corridori ciclisti hanno preso Modena da sotto, sono risaliti fino ai Viali (ossia la circonferenza il cui diametro è la Via Emilia), li hanno costeggiati per tre quarti, hanno circumpedalato il Giardino Ducale sbucando alle spalle dell'Accademia Militare, hanno curvato a sinistra in piazza Roma, hanno seguito corso Canalgrande passando davanti alla biblioteca Delfini (dove andavo ogni giorno) e al Teatro Comunale Pavarotti (dove non sono andato nemmeno quand'è venuta Ute Lemper), sono finiti in Via Emilia poco prima di largo Garibaldi ma hanno svoltato a destra fiancheggiando i portici del Collegio (del Collegio, in fin dei conti, dove ho vissuto tre anni), sono passati senza fermarsi davanti all'edicola dalla quale ogni giorno ho comprato Il Foglio, hanno tirato dritto davanti alla Ghirlandina (*vedi sotto) e al fianco destro del Duomo e al monumento ad Alessandro Tassoni (che a un occhio distratto potrebbe sembrare un d'Annunzio mascherato), sono usciti dal centro e hanno girato a destra verso Soliera e Ganaceto e quindi Carpi.
Dalla camera di Giulia si vede la Ghirlandina (*vedi sopra), che è un piacere sia quando si aprono le imposte per il buongiorno sia quando le si chiude per la buonanotte. Un giorno Giulia apre le imposte e scopre che la Ghirlandina non c'è più, ma al suo posto rinviene un enorme pacco regalo multicolore e postmoderno sotto il quale ieri i corridori ciclisti sono transitati e che Auro Bulbarelli, non potendo ahilui fare altrimenti, ha definito mirabile connubio di antico e moderno. Giulia invece mi ha spedito al riguardo uno stream of consciousness altrettanto postmoderno: è davvero troppo in linea con la scrivania per far finta di non vederla e dimenticarmi di descrivertela anche se non posso fare a meno di chiedermi perché mai il Comune si lamenti di non avere soldi e poi impacchetta per due anni la Ghirlandina con un telone del genere che dev'essere costato un'ira di dio e per fortuna io vedo solamente la metà superiore che però basta e avanza a ritrovarsi a invocare la nebbia ogni mattina indipendentemente dalla stagione in ogni modo come disegno è abbastanza semplice inquantoché consta di uno sfondo bianco su cui sono disegnate delle forme geometriche rosse gialle blu e nere prodotte con ogni probabilità a mezzo righello sbilenco tipo le forme incastrabili del tetris però sistemate in modo talmenet scombinato da non riuscire a incastrare un accidente ah e poi ci sono dei punti in cui il nero è talmente intenso da tendere miracolosamente al trasparente e far intravedere delle sagome abbastanza inquietanti che corrono su e giù per le impalcature come se il casino che fanno non fosse da solo sufficiente a ricordare a tutti e a me medesima la presenza di operai che lavorano urlando mentre io tento arditamente di studiare in silenzio se non che il meglio viene di sera perché se ti metti a guardare la Ghirlandina vedi tutti i ponteggi chiazzati qua e là di rosso e di blu perché le luci sono collocate sotto il telone che diventa una specie di sottana di Kim Basinger un vero schifo il telone non Kim Basinger e se non chiudessi le imposte ore e ore prima di andare a letto sarebbe l'ultima cosa che vedo prima di addormentarmi e se non le aprissi a mezzogiorno sarebbe la prima che vedo appena sveglia e si accettano ancora scommesse su cosa sistemeranno sulla punta che ancora è quasi scoperta probabilmente penso dei giganteschi pezzi di lego rosa e viola come suppongo io e anzi potrei addirittura proporlo all'ufficio tecnico così magari mi pagano e ho l'opportunità di conoscere personalmente l'idiota responsabile di questo casino che non è tanto il presunto artista postmoderno anche se io penso che l'opera sia più verosimilmente frutto dell'impegno dei bambini ritardati di un qualche asilo emiliano tanto decantato da Nanni Moretti quanto piuttosto chiunque abbia avuto il fegato di approvarlo e mah che altro dire mi limito a sperare che il restauro non faccia la fine di quello del Duomo di Milano che appena finito è ricominciato subito da capo anche se in tutta onestà devo ammettere che da camera mia si vede solo uno dei quattro lati della Ghirlandina e magari gli altri tre sono impeccabili ma non credo affatto l'unico vantaggio è che appena uno si mette alla finestra per perdere tempo al posto della Ghirlandina vede il telone e gli torna subito voglia di mettersi a studiare quindi è meglio approfittarne finché c'è
Fosse per me mi trasferirei a vivere a Modena, ma improrogabili impegni mi costringeranno a morire in Lombardia.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.