mercoledì 11 marzo 2009

Occhio non vede

Scriverà pure poesie, ma la proposta del ministro Bondi non è propriamente da fessi: dedicare un'intera rete Rai alla cultura (in senso lato, ci mancherebbe, non roba incartapecorita né corsi notturni di analisi matematica o transumanze abruzzesi) e sottrarla alla duplice morsa dell'audience e della pubblicità.

Tanto per dirne una, stamattina mi sveglio tardissimo (qualcosa come le nove meno un quarto) e su Rai3 trovo una puntata de La Storia siamo noi che va a ripescare brandelli di televisione di trenta e un anno fa, il 1978. C'era l'edizione speciale del Tg1 per il rapimento di Aldo Moro, con Vespa in studio e Frajese per strada. C'era Verdone che dialogava con sé stesso nella magistrale Non stop, che i più giovani di voi non ricorderanno (e a rigor di logica non dovrei ricordare nemmeno io, essendo nato due anni dopo; però sono colto e quindi ricordo tutto ciò che mi ha preceduto grazie al decisivo intervento del Demiurgo di Platone) ma che era una trasmissione uguale a Zelig con tre differenze: non c'era nessun conduttore, era in differita e i comici facevano ridere.

C'era persino una pagina storica della tv italiana: lo scontro in diretta televisiva fra il pretore siciliano Salmeri, in giacca e cravatta, e Cicciolina, in tunica e peluche, ospiti dell'Acquario di Maurizio Costanzo, il primo talk show fatto apposta per litigare (a quanto pare nessuno degli invitati era a conoscenza dell'identità degli altri; sarebbe uno scherzo da riproporre oggi, che so io, a Veltroni e D'Alema). Raggelante la scena dell'ingessatissimo pretore Salmeri che, dopo aver gratificato reiteratamente Cicciolina dell'articolo indeterminativo ("una Cicciolina": voleva pure le altre?), all'improvviso sbotta e ammette candido candido: "Io ho avuto un'amica dissoluta, ma dopo mi sono ravveduto. Con mia moglie ho frequentato campi di nudisti."

Con archivi del genere, la Rai avrebbe materiale a sufficienza da mandare avanti una rete o più senza spendere una lira (euro), restituendo agli spettatori un po' di passato (in fondo tutti quello vogliamo, la regressione nel grembo) (credo che la volesse anche il pretore Salmeri, indipendentemente dal grembo di Cicciolina). E invece la Rai che trasmette? Ieri in prima serata c'era su Rai1 lo show Incredibile!, che di incredibile ha solo il fatto che qualcuno lo abbia guardato; su Rai2 Senza traccia, il telefilm che scatena tanto entusiasmo nei critici da poter essere ribattezzato Senza braccia (nel senso che cadono); su Rai3 Ballarò, la nota trasmissione comica condotta da Maurizio Crozza. (Per completezza d'informazione, su Canale5 c'era Ris, la serie tv che fa lamentare la gente che i delitti di Cogne e Garlasco non siano stati risolti in due ore e un quarto; su Italia1 Buona la prima, sit-show con Ale e Franz: ribadisco, sit-show con Ale e Franz, direi che sia abbastanza indicativo come giudizio; su Rete4 Stranamore, con varie peripezie che si alternano intorno alla scollatura di Emanuela Folliero; su La7 Relic Hunter, che manco voglio immaginare cosa sia). Scriverà pure poesie, il ministro Bondi, ma si vede che la tv ogni tanto la guarda anche lui.

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Comunicazione di servizio: l'intervento qui sopra è stiracchiato e discontinuo in quanto patisce dell'usanza tipicamente meridionale grazie alla quale due interlocutori dialogano stando uno in cucina e l'altro in corridoio, con una sala da pranzo in mezzo; usanza alla quale permangono oltremodo affezionati i miei genitori.

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I sogni son desideri, dicevano Freud e Cenerentola. Di solito la gente sogna castelli incantati, donne bellissime, vite da pascià e pensioni integrative. Domenico Modugno sognava di venire dal vento rapito e cominciare a volare nel cielo infinito. Akira Kurosawa sognava cose che non capiva nessuno e quindi tutti dicevano che fossero capolavori. Il pretore Salmeri avrà sognato Cicciolina. Freud sognava le interpretazioni già pronte. Io stanotte ho sognato duecento euri. Ha ragione Shakespeare (per i laureati in lettere dopo la riforma del 3+2: noto poeta inglese celebre soprattutto per alcuni testi teatrali poi trasposti in film di successo): We are such stuff as dreams are made on, Siamo fatti della stessa sostanza di cui son fatti i sogni. Nel mio caso, una banconota da cento e due da cinquanta.

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