lunedì 2 marzo 2009

Ventiseiesima giornata

Finalmente uno che sa fare il suo mestiere: il signor guardalinee Comito, fianco sinistro di Sampdoria-Milan. Prima scorge a colpo d'occhio che il colpo di testa di Cassano è goal, anzi che la respinta di Abbiati è oltre la linea - e il progresso scientifico giunge a supportare la sua adamantina certezza qualche decina di replay dopo, deduzione contro intuizione, un buon quarto d'ora contro una frazione di secondo. Quindi, quando la battaglia infuria e la pioggia rammollisce la vista, giudica correttamente in fuorigioco il colpo di testa (pelata) di Emerson che sarebbe valso il pareggio del Milan: anche qui questione di centimetri, e anche qui istantaneo colpo d'occhio. Secondo me s'è basato sulla generica considerazione a priori che Emerson, con la pancetta prominente e i capelli a mezza luna, ha il fisico del ruolo più per fare il nonno ai giardinetti che il fulmine di guerra sui campi da calcio; ergo, se Emerson segna, dev'essere indubbiamente in fuorigioco. Alle volte i pregiudizi tornano utili.

Per la seconda volta in vita mia, ieri ho constatato che i voli della nuova Alitalia partono in orario e arrivano in anticipo; ragion per cui non mi stupisco più di niente. Essendo rimasto isolato nell'aeromobile per tutto il primo tempo, non mi sono sorpreso quando la terraferma mi ha rivelato che a Genova, sponda blucerchiata, il Milan perdeva 2-0. Né mi sono sorpreso quando Pato ha segnato ancora. Né quando all'ultimo secondo del quinto minuto di recupero, come impietosamente rivelato da Controcampo ieri notte e dalla Gazzetta stamattina, il Milan ha pensato bene di battere una punizione dal limite con sessantacinque tocchi, ventidue dei quali di tacco (no, sto esagerando: erano tre tocchi, Seedorf Pirlo e Pato, uno dei quali di tacco; evidentemente hanno esagerato pure loro). Nel calcio si procede soprattutto per fame e il Milan tracima di giocatori sazi. Il peggio forse è appena iniziato. Come se ne esce? Sto architettando una soluzione, ma rimando alla prossima puntata.

Ci vuole una vista molto più fina di quella del signor guardalinee Comito, e un coraggio degno di un Pirgopolinice, per fischiare ieri sera il rigore trasformato da Balotelli per un fallo su Balotelli da parte di Balotelli. Va bene che il ragazzo è un po' egocentrico, a sgambettarsi da solo non credevo che arrivasse. Probabilmente s'è inciampato addosso (rimediando una figuraccia sul genere di Lance Armstrong quando cadde in salita, anno di grazia 2003), e quindi non andava ammonito per simulazione; di sicuro andava ammonito per la pettinatura, per i rozzi ghirigori che hanno trasformato il suo cranio nella versione (con forfora?) del giardino di Boboli. Appare ovvio che si sia trattato di un errore arbitrale, può capitare. Appare altrettanto ovvio che, fosse accaduto - poniamo caso - a Del Piero due anni fa, il medesimo inconveniente avrebbe portato alla revoca di un'altra dozzina di scudetti alla Juventus e alla fucilazione di Luciano Moggi in diretta su Rai3.

Infine mi provo a capovolgere il goal di Mascara, che fa goal al Palermo tirando più o meno da Termini Imerese. Tutti sono entusiasti per lo sprezzo del pericolo (assieme al notevole culo) dimostrato dal catanese, e sono contenti per il calcio. Io considero che il portiere del Palermo, goffamente rotolato in fondo alla rete, è la prima riserva di Buffon in Nazionale, e sono più che altro preoccupato: di questo passo ai Mondiali non andiamo tanto lontano.

Due terzi sono andati, da ieri il campionato inizia a finire. Per inveterata tradizione, l'Inter di Mancini iniziava a perdere a marzo.

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