venerdì 16 marzo 2012
La poesia è come il baseball: non capisco il perché. Vedo questi tizi che s'infilano il berretto a visiera, lanciano la pallina, la colpiscono con la mazza, l'afferrano col guantone, vengono sostituiti da compagni di squadra o avversari senza batter ciglio, dopo di che a un certo punto iniziano a turbinare in giro per il diamante tuffandosi su dei cuscini sparsi a casaccio e il pubblico esulta o si dispera indipendentemente dall'evenienza che l'azione per cui si sta disperando fosse esattamente uguale in ogni dettaglio alla precedente azione per cui aveva esultato. Americani. Allo stesso modo vedo questi tizi che s'infilano il basco, magari fumano la pipa, scrivono una poesia, se la fanno pubblicare da riviste di cui s'ignora l'esistenza, tutti dicono che bella, allora ne scrivono un altra, pubblicano la raccolta, tutti dicono che bella, la raccolta vende un mare di copie, non contenti si presentano in pubblico e dicono ora leggo una mia poesia, la gente invece di ridere sta effettivamente zitta e ferma ad ascoltarli, questi fanno un discorsetto in cui non si capisce dove finisca un verso e dove ne inizi un altro, in realtà non si capisce nemmeno dove finisca la spiegazione preventiva della poesia e dove inizi la poesia vera e propria, a dirla tutta non si capisce neanche perché una poesia dovrebbe avere bisogno di una spiegazione e tanto meno preventiva, poi loro si zittiscono e tutti dicono che bella, allora sul breve termine ne approfittano per leggerne subito un'altra e sul lungo termine hanno già pronta la nuova raccolta, se non che all'improvviso tutti dicono che brutta, anche se dentro c'erano le poesie che abbiamo già sentito leggere ad alta voce e che sono indistinguibili da tutte le altre che abbiamo poi potuto leggere in silenzio, la raccolta non vende un accidente, il pubblico resta freddo, allora si decide che lo sfavore del volubile pubblico significa che il poeta è diventato un classico e quindi gli pubblicano subito il volumone monumentale senza aspettare che muoia né che Saviano vada a leggerlo su Telemontecarlo facendo nuovamente impennare le vendite, e mai nessuno che chieda (anch'io sono timido): ma queste stesse cose qui non potevi scriverle senza andare tanto spesso a capo, così il libro veniva più corto e costava anche meno?