Il diario intimo dell'Europeo
Giovedì 28 giugno
h 20:45
Germania-Italia a Pavia
C’è stato un piccolo momento di discriminazione sessuale
quando il cameriere che stava apparecchiando la tavola (per scaramanzia siamo tornati
nella stessa pizzeria della vittoria contro l’Inghilterra, anche se ridotti all’essenziale
formazione di solo tre) ha chiesto rivolgendosi incredulo a Gionata e indicando
sua moglie: “Ma lei guarda la partita?”. Bisogna giustificarlo, però. L’avevamo
notato già la volta precedente, e stasera troviamo tragica conferma: la pizzeria
brulica di coppiette che sono disposte di tre quarti rispetto al televisore,
peculiarmente con lei rivolta verso lo schermo nonostante il patente
disinteresse e lui, ahilui, completamente di spalle. Immaginiamo la situazione;
trattasi di coppia ai primi esperimenti di uscita in cui lei, dopo avere
accuratamente consultato il calendario del torneo, a forza di moine e musi come
prova d’amore ha richiesto di uscire a cena in casuale contemporanea con l’ancestrale
sfida alla Germania, e lui per salvare capra e cavoli ha dovuto accettare di
buzzo buono e dichiarare che alla fine il calcio non gli interessa, che
Balotelli è un sopravvalutato e che i tedeschi in fin dei conti sono i
benefattori dei popoli circonvicini. Vile e meschina fromboliera dell’utero,
avrei voluto dirle coram populo, vergognati, tu che col tuo capriccio sottrai
al tuo presunto amato gli ultimi residui d’infanzia che possano consolarlo
della vita e anche del caldo; meriti davvero che ti sposi, che ti sformi a
forza di figli, che cammini con le scarpe infangate dove hai appena lucidato,
che dimentichi i calzini nel lavello, che insegni le parolacce alla
discendenza, che la porti a giocare al parco anziché a lezione di piano, che
vada con le puttane cinesi le quali costeranno di meno perché in effetti sono
una sottomarca, che ti soffochi nottetempo con un cuscino azzurro, che non presenzi
alle esequie perché c’è il posticipo di Lega Pro. Invece taccio e mangio la
pizza, ma mi accorgo che dopo l’ottantesimo lui inizia a lanciare furtive
occhiate nervose sotto l’ascella in direzione dello schermo, e appena l’arbitro
fischia il rigore per la Germania le dice di aspettarlo là così va a saldare il
conto e mentre lei resta a guardarsi il naso nello specchietto portatile lui
non torna mai più.