mercoledì 29 gennaio 2014

Io notoriamente sono timido - mi vergogno a parlare in pubblico, non so come attaccare discorso con le ragazze e non tengo un blog perché non trovo mai nulla di interessante da scrivere - ma sabato ho preso coraggio e ho fatto una cosa che non si fa. Passando per Corso Cavour ho visto Peppe Servillo che guardava le vetrine; allora mi sono avvicinato felpatissimo e gli ho furtivamente domandato se potessi complimentarmi per l'ottima rappresentazione della sera prima (Le voci di dentro di Eduardo, con Toni Servillo e fratello, al teatro Fraschini di Pavia) dicendogli che il fratello Toni, vabbe', è bravo e lo sappiamo già, ma che lui, Peppe, ha una mimica che gli permette di recitare con ogni muscolo del corpo. Lui, che per strada è dinoccolato e manierista come sul palcoscenico, ha ringraziato sembrandomi sinceramente contento perché io ero evidentemente sincero. Siccome sono timido ci siamo stretti la mano e ci siamo separati dopo un minuto ma, se fossi stato spaccone, avrei potuto aggiungere, trovandolo oltremodo interessato:

"Che poi la pièce era tutta sui sogni e sull'effettiva incapacità di distinguere la scatola nera delle percezioni durante il sonno e quella delle percezioni durante la veglia. Io, ad esempio, la notte ultimamente sogno cose molto più interessanti di quelle che faccio in piedi. L'altra sera ero a Oxford, da dormiente perché da sveglio non la reggo, stavo guardando una di quelle rappresentazioni shakespeariane in giardino che tormentano la primavera-estate inglese e mi ero sistemato di spalle agli attori perché volevo vedere come recitavano con la schiena (una cosa che di rado capita di poter fare a teatro) ma a un certo punto era venuta su la mia ex collega [OMISSIS] la quale aveva iniziato a inveire contro di me dicendo di togliermi di lì perché impallavo l'inquadratura. Io le avevo risposto inquadratura un cazzo, a  teatro mica ci sono le telecamere, e poi - colpo ad effetto - mi sistemo dove mi pare perché questa rappresentazione l'ho scritta io. Al che lei aveva risposto che l'aveva scritta lei e avevamo iniziato a litigare su chi di noi avesse scritto la tragedia di Shakespeare, naturalmente interrompendo la rappresentazione per tafferugli, finché io non avevo pensato adesso ti faccio vedere io chi è l'autore, e con tutta la mia autorevolezza avevo chiamato il pubblico a me con un solo cenno e l'avevo condotto alla Reggia di Caserta, che tuttavia al proprio interno si rivelava un trilocale, nell'ultima stanza della quale trovavo [OMISSIS] che non vedevo da molto tempo e per esprimere contentezza me la trombavo, però senza togliermi i vestiti perché con le ragazze io non voglio tanto impegnarmi. A lei capita mai? Anche se a onor del vero ultimamente questi sogni esotici sono una rarità; dall'anno nuovo i miei sogni tendono a spostarmi di pochi chilometri e a farmi restare in Lombardia. Una notte sogno di andare a un matrimonio a Mantova, e i dettagli architettonici della chiesa e della piazza sono effettivamente presi dalla realtà mentre meno preso dalla realtà, spero, è il dettaglio di [OMISSIS] che passa con una maglietta e un enorme zaino sulle spalle e litri di sudore che le colano sulla schiena e sotto le ascelle e fra i seni e io chiedo come mai suda tanto e lei risponde che non è sudore, è il sangue del bambino che porta nello zaino. Un'altra notte sogno di andare a una conferenza a Lodi e i dettagli architettonici sono esattamente quelli della volta in cui andai a una conferenza a Lodi e nel pubblico incontrai Maurizio Milani, che non è un sogno ma esiste veramente fisso. Insomma, ultimamente faccio sogni che valorizzano il territorio. Magari se ne parlo con Maroni mi allestisce un padiglione-brandina all'Expo".

Ho come l'impressione che, se mi fossi addentrato in un'argomentazione del genere, avrei potuto distogliere Peppe Servillo da attività più gradevoli e a posteriori sono lieto di avere sorvolato. Rimpiango però di non avergli parlato della coppia dietro di me in platea - quella che, dopo avere visto Toni Servillo apparire sulla scena poco dopo Peppe, dopo avere visto che si somigliavano, dopo avere notato che erano vestiti in modo quasi identico, dopo avere apprezzato che recitavano pressoché in sincrono con grande naturalezza, dopo avere avuto il sentore che recitavano la parte di due fratelli, quando sul palcoscenico è apparso insieme a Toni Servillo il bravo attore Gigio Morra, si sono chiesti: "Ma quello sarà il fratello?". Sono ragionevolmente sicuro di non essermelo sognato.