In edicola su Tempi da giovedì scorso, sul sito del settimanale e pure qui sotto con un gentile omaggio ai lettori più fedeli
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Dopo il successo del film su Leopardi, segnaliamo a Mario
Martone un possibile soggetto per una nuova fatica cinematografica: nel 2015
cade infatti parte del bicentenario della nascita di Karl Friedrich Ohrwurm
Schmetterling, che per comodità sui manuali di filosofia viene abitualmente
designato col nome di Karl Friedrich Ohrwurm Schmetterling von Bademantel onde
distinguerlo da Karl Friedrich Ohrwurm Schmetterling van Bademantel. Quest’ultimo fu infatti un esponente del centro
hegeliano, il cui principale apporto alla storia del pensiero consisté nel
dichiararsi di destra hegeliana quando parlava un esponente della sinistra
hegeliana e viceversa, nonché nel litigare con Rosenkranz su chi dei due fosse
l’unico e solo esponente del centro hegeliano. Un faticoso arbitrato condotto
da Schiller, Schleiermacher e Schnellinger sancì che lo erano entrambi.
Ma torniamo al nostro von Bademantel. Abbiamo detto “parte”
del bicentenario in quanto egli nacque dal 20 ottobre 1815 al 7 febbraio 1816:
i segni del travagliato parto, che vide la morte di sua madre e di tre zie,
permasero su di lui portandolo a diventare il principale esponente
dell’allegrismo tedesco. Tale corrente filosofica sostiene che l’allegria non
esiste e che, se esistesse, andrebbe punita con una sanzione pecuniaria di 25
talleri incrementabili fino a 250 in presenza di una donna in evidente stato di
gravidanza. Il padre di von Bademantel si era suicidato nell’atto di fecondare
la moglie; il piccolo viene dunque cresciuto dal benevolo pastore luterano del
vicinato, il quale instilla in lui la consapevolezza che Dio ci ha messi al
mondo per farci soffrire, per far sì che facciamo soffrire gli altri, che
soffriamo al pensiero della sofferenza nostra e altrui, oltre che per soffrire
del senso di colpa di aver sofferto senza soffrire abbastanza. Ulteriore
disillusione viene causata nel giovane von Bademantel dalla tardiva scoperta
che il pastore luterano era in realtà un pastore maremmano.
Nel 1841 si distingue per uno sprezzante libello in cui
denigra il monumentale Aut-Aut di
Kierkegaard. L’evento fa sensazione soprattutto in quanto Aut-Aut è del 1843, con Kierkegaard costretto a scriverlo in fretta
e furia per rispondere alle critiche contenute nel libello di von Bademantel,
il quale con quest’opera pensa di essersi assicurato fama e ricchezza ma, come
spesso accade ai filosofi, si sbaglia. Il suo editore infatti fallisce e muore
inabissato nel Mare del Nord dopo aver tentato di fuggire in barca con tutti
gli averi dell’autore. Quanto alla fama, un piccolo errore di stampa nel
frontespizio fa sì che la gloria vada tutta attribuita a Karl Friedrich Ohrwurm
Schmetterling van Bademantel. La
filosofia allegrista di von Bademantel è un protoesistenzialismo parametafisico
similstirneriano con venature semieraclitee, che ruota attorno alla
consapevolezza che il suo autore morirà giovane. Tale convinzione accompagna
von Bademantel fino ai primi del Novecento e oltre. Il peso della morte, il
presagio di disgrazia incombente, la necessità dilaniante di fronteggiare la volatilità
del tempo, la disperazione e l’angoscia non impediranno a von Bademantel di
condurre una vita tristissima, solo occasionalmente alleviata da malanni fisici
e in particolare dal Morbo di von Bademantel, che consiste nell’avere sempre
tutte le malattie che non si vorrebbe avere mai. La sua profonda meditazione –
un febbrile susseguirsi di riflessioni appuntate lungo tutto l’arco della vita
nel buio sottoscala che a malapena riusciva a permettersi – è purtroppo andata
perduta in quanto integralmente composta dimenticando di intingere il pennino
nel calamaio.
bonus track
Concludiamo con la critica mossagli da Emanuele Severino,
che contesta alla radice l’asserzione “von Bademantel è il principale esponente
dell’allegrismo”: infatti solo l’essere è, mentre il non essere non è. Pertanto
“von Bademantel è” può significare o che von Bademantel è in quanto essere,
cosa da escludersi in quanto solo l’essere è, e quindi non von Bademantel;
oppure che von Bademantel è in quanto non essere, cosa da escludersi in quanto
il non essere, per definizione, non è von Bademantel. Questi dunque è e non è
contemporaneamente, cosa impossibile: abbiamo così dimostrato per assurdo che
la frase “von Bademantel è il principale esponente dell’allegrismo” va
piuttosto riformulata in “solo l’essere è, mentre il non essere non è”.