lunedì 17 novembre 2014

La paginetta che ho scritto su fiaccole e forconi ha causato qualche perplessità nei pavesi (meno di quante ne avrebbe causate, che so, a Matera) fra cui spicca quella dell'ottimo Gino Cervi, amico fraterno che da anni gestisce Quasi Rete oltre a fare tante altre cose belle e interessanti davvero, non per farci complimenti a vicenda. Cervi mi ha scritto, su facebook che ogni tanto serve a qualcosa oltre che a guardare le foto di - vabbe', lasciamo perdere:

caro antonio, evito preamboli del tipo "sai quanto, prima di tutto, ti voglio bene, e in secondo grado abbia stima del tuo smerigliante logos". vengo quindi al sodo. ho letto l'ultimo post sul tuo candido e sono rimasto raggelato. l'altra sera mi sono imbattuto assai casualmente sulla notizia dell'incidente di elena madama, data quasi in diretta nella rete (sito della provincia pavese, rilanciato da qualcuno su fb). il fatto spaventoso di per sé è stato amplificato in me nel suo orrore dallo scatenarsi della turba dei commenti come pietre il giorno di santo stefano protomartire. questo a caldo. a freddo invece leggo il tuo esercizio di agudeza e mi viene, oltre che gelo, non so se più rabbia o tristezza. ti chiedi dell'utilità delle fiaccole senza i forconi. credimi, antonio, non c'è bisogno di mettere la tua intelligenza al servizio della torma latrante di chi chiede pronta e sommaria vendetta. e non c'è neppure bisogno di chiedersi l'utilità del ritrovarsi insieme di fronte, o a cercare di far fronte, al probabilmente inesplicabile senso del male e delle sue universali manifestazioni. meglio farlo insieme, te lo assicuro. e non per una visione tolstojana dell'anima mundi, ma perché insieme, con un rosario o con una fiaccola in mano a tentare di rischiarare le tenebre, si è più forti di qualsiasi siepe agitata di forconi. capisco che da qualche tempo a questa parte forse il tuo cesaropapismo è messo a dura prova dal fatale declino del "papi" e dai dribbling del tifoso del san lorenzo de almagro, e ti mancano i riferimenti: ma cercarli nella più cupa vandea dei forconi mi pare davvero un insulto al tuo essere antoniogurrado. ciau

Io ho risposto, e qui trascrivo per conoscenza:

Gino, hai ragione, ultimamente mi faccio prendere dalla cattiveria a mente fredda (ma non è colpa del Papa, ci mancherebbe) anche se in questo caso il punto era un altro, ma non mi sono spiegato: capisco il senso di un rosario, cioè un evento verticale per chiedere qualcosa di trascendente in un momento di difficoltà; capisco meno il senso di una fiaccolata, cioè un evento civile la cui principale caratteristica era di non essere rivolta verso l'alto ma solo in orizzontale, e quindi prigioniera dell'immanente, che è appunto il luogo dove male e abisso sono inevitabili. In questo senso le fiaccole avrebbero avuto senso solo accompagnate dai forconi, perché l'unica cosa ragionevole che si può fare senza Dio è la vendetta. Nel Vangelo è scritto che durante il monologo dell'Ultima Cena Gesù dice agli apostoli con la consueta brutalità: "Senza di me non potete fare nulla" (Giovanni 15, 5); per quel poco che conosco la logica un po' fuzzy dei Vangeli questa frase significa anche il suo contrario, che magari un logico formale non approverebbe: "Con me potete fare tutto". Io figurati, da cattolico (cioè da essere umano) sono convinto che per questo si debbano perdonare tutti quelli che si pentono, anche quando ci fa schifo. Un abbraccio