Il solo fatto di esser nati uomini gli pare precludere ogni possibile felicità, con l’aggravante che se ne avverte in ogni cuore il desiderio inesausto (ma Houellebecq, viene il dubbio, ha letto Leopardi? e se lo ricorda?). Figuriamoci il sesso, al quale l’uomo dedica tanta energia e Houellebecq tanta attenzione sin dai suoi esordi, nei minimi dettagli: al proposito è indicativo il personaggio di Isabelle, amante del protagonista, che accetta di accoppiarsi solo da tergo come gli animali e, quando decide che s’è innamorata e può scopare di faccia, da donna a uomo, si rende conto che è l’inizio della fine.
Super-Houellebecq, parte terza. Sempre nove anni fa, e sempre su una rivistella che non esiste più, mi accorgevo all'improvviso che era tardi per andare a messa e allora mi mettevo a scrivere un lungo comizio sui rapporti dell'Houellebecq de La possibilità di un'isola con il libro di Daniele, i manifesti elettorali dell'Ulivo, Woody Allen, Mirabeau e la partecipazione straordinaria di Jenna Jameson. Trovate il testo completo cliccando qui.