giovedì 8 gennaio 2015

Personalmente trovo impressionanti le rispondenze fra Sade e Houellebecq, al quale auguro comunque di fare miglior fine. Le pagine di Justine e quelle de Le Particelle Elementari costituiscono un’antologia di esperimenti sul vizio scientifico, sul sistematico tentativo di migliorare la vita umana (quanto meno la propria, a discapito altrui) e sul corrispondente inevitabile frustrante fallimento. Le digressioni metafisiche de La Filosofia nel Boudoir (tutte copiate da d’Holbach, ma non importa) servono a riposarsi dopo gli sforzi e il più delle volte sono scintilla d’eccitazione e preludio a migliori acrobazie; la teoria disperata di Piattaforma, il vano tentativo di costruire un paradiso terrestre su una terra infernale, il continuo cozzare contro la deficienza propria ed altrui, tanto fisica quanto intellettuale, sono un vero e proprio manifesto antiumano (che giustifica in parte l’espressione contrita con la quale Houellebecq accetta il ruolo di romanziere di grido).

Super-Houellebecq, parte prima. Nove anni fa, in un pomeriggio di malumore, scrivevo per una rivistella che non esiste più una lunga disamina dei rapporti dell'Houellebecq de Le particelle elementari con le mucche, la televisione, l'erotismo francese e le varie cose che si possono fare con una mano e una coscia. Trovate il testo completo cliccando qui.